A proposito di monaci basiliani...
(Parblé, alias Paolo Scozzafava)

Grotta sotto la statua del Redentore a Maratea, sede di monaci basiliani e di successivi eremiti (foto di Sergio Tranchino). Per altre foto e informazioni cliccare qui ----->>>>>>

 

La foto della grotta dei monaci basiliani, mi
è quella grotta che abbiamo visitato insieme e c'è seppelito dentro il conte Rivetti.
Solo ora penso che quella tomba non sia li per caso,
come volesse farci riflettere sui due mondi che monaci e ricchi
vivono.

Nell'anno 726 l'Imperatore romano d'Oriente Leone III Isaurico, capo anche
della Chiesa orientale, emanò un editto, secondo il quale dovevano essere
distrutte tutte le immagini di qualsiasi genere (pitture, statue, affreschi,
ecc.) raffiguranti Dio, la Madonna e tutti i Santi; secondo l'editto,
inoltre , nessuno avrebbe potuto realizzarne di nuove. Gli storici parlano
al riguardo di lotta iconoclasta (da eikòn, immagine, e klàzein,
distruggere) che da quell'anno sconvolse quelle lontane contrade e costrinse
i religiosi che non vollero accettare questa drastica imposizione al
martirio oppure alla fuga nell'Impero d'Occidente.

Credo che neanche la presenza dei monaci basiliani sia stata casuale
dalle nostre parti, infatti Leone III fu scomunicato dal Papa, ma continuò
nel suo folle progetto con ferocia inaudita, determinando in particolare la
fuga verso l'Occidente dei monaci; ed il risultato di queste lunghe
persecuzioni fu che numerose schiere di monaci a più riprese fuggirono nel
Salento e verso le coste ioniche della Calabria, da dove iniziarono a
diffondere i semi della tipica religiosità orientale. Grazie all'editto, si
diffuse presso di noi una nuova ventata di misticismo, credo di mia
opinione, probabile che la chiesa latina di allora ne avesse bisogno di
confrontarsi con uno stile di vita meditativo e frugale orientale. Infatti
essi si richiamavano ai grandi Santi della tradizione orientale, soprattutto
S.Giovanni Crisòstomo e S.Basilio ò mégas (il grande, in greco), per cui
vennero detti basiliani, anche se questo aggettivo non fu mai usato da loro.
Erano anche monaci molto colti, che sapevano leggere e scrivere, circostanza
rarissima per quelle epoche buie. Ma come accade sempre, non passò tempo che
la chiesa stessa si mise a bandirli per una questione di potere e di beni,
ciò significa, che molti basiliani avevano accumulato beni tramite i lasciti
dei devoti, altrimenti la chiesa non avrebbe scomodato i loro intenti. E
così mi tornano i conti del mio ragionamento-opinione, i monaci che
lasciarono le grotte per accudire i beni divennero ricchi, il ricco che
aveva tanti beni, alla fine si fece seppellire nella grotta dei basiliani.
Potrebbe essere uno spunto per un racconto. Ma voleva solo essere una
chiacchierata in merito (parblé).