Certamente Gesù è per la nostra fede cristiana molto più che un profeta. Tuttavia la sua predicazione, con la sua intensità e radicalità, si pone in continuità con i grandi profeti d’Israele. Ciò che disturba i suoi concittadini, fino al punto di tentare di ucciderlo, non è tanto quella continuità, ma sentire da Gesù che la liberazione preannunciata è arrivata finalmente al pettine della storia. Siamo anche noi più inclini a credere alle promesse, che alla loro realizzazione. Ci attacchiamo tenacemente alle dichiarazioni di principio, ma facciamo fatica e realizzare ciò che quei principi contengono. Eppure credere alla Parola di Dio è credere alla sua efficacia non solo nel futuro, ma anche nel presente. |
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4^ Domenica dell’anno Si ritrova solo il profeta, come spesso succede. È difficile credere che un uomo di cui si
conosce la storia, che squarcia l'ovvietà
d'ogni giorno aiutaci a saper riconoscere
quella voce
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Profeta Geremìa (1,4-5.17-19) <<Nei giorni del re Giosìa, mi fu rivolta la parola del Signore: «Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo, prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni. Tu, dunque, cingiti i fianchi, alzati e dì loro tutto ciò che ti ordinerò; non spaventarti alla loro vista, altrimenti ti farò temere davanti a loro. Ed ecco oggi io faccio di te come una fortezza, come un muro di bronzo contro tutto il paese, contro i re di Giuda e i suoi capi, contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese. Ti muoveranno guerra ma non ti vinceranno, perché io sono con te per salvarti»>> Vangelo di Luca (4,21-30) <<In quel tempo, Gesù prese a dire nella sinagòga: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi». Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose: «Di certo voi mi citerete il proverbio: Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fàllo anche qui, nella tua patria!». Poi aggiunse: «Nessun profeta è bene accetto in patria. Vi dico anche: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone. C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro». All'udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò>>.
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