www.puntopace.net  La 15^ domenica ordinaria dell’anno C non ci  consente alcun alibi: siamo chiamati ad amare qui e adesso e non in un altro momento e in un altro luogo.  Ritornare a Dio con tutto il cuore significa far ritorno a te stesso, riscoprendo che non puoi vivere senza amare… «Sì -  dirai - amare, ma anche essere amati:  sentirsi amati è la sorgente dell’amore, ma se è così, come la mettiamo nel caso che io non abbia fatto o non faccia quest’esperienza?».  Forse ti sarà d’aiuto domandarti perché l’amore ti appaia lontano,  utopistico, illusorio: potresti scoprire che l’hai tanto ingigantito, da renderlo irraggiungibile. Se aspetti la grande occasione, stai già sbagliando; comincia allora a guardarti intorno, scoprirai che per qualcuno sei importante e che volti feriti e abbandonati non sono lontano dalla tua strada e dal tuo uscio di casa.  Accostati e soccorrili con discrezione e senza indugi, come  Gesù, ha fatto e continua a fare con noi, continua a fare anche con te…

 

15^ Domenica dell’anno (c)

Non è davvero troppo in alto,
non è al di là del mare,
né al di sopra dei cieli 
ciò che ci indichi di amare,
ma è sulla nostra stessa strada
e sovente ai margini di essa.
Tutto ciò che ci chiedi
è diventare prossimo,
come tu sei diventato uomo
e ti sei fatto carne.
Ora sei carne bastonata, 
sei anima avvilita
di quell’uomo che nessuno può evitare
in nome del culto ad un Dio
che invece è sulla strada.
(GM 11/07/01)

 

Deuteronomio  (30,10-14) <<… ritornerai al SIGNORE tuo Dio, con tutto il tuo cuore e con tutta l'anima tua. «Questo comandamento che oggi ti do, non è troppo difficile per te, né troppo lontano da te. Non è nel cielo, perché tu dica: "Chi salirà per noi nel cielo e ce lo porterà e ce lo farà udire perché lo mettiamo in pratica?". Non è di là dal mare, perché tu dica: "Chi passerà per noi di là dal mare e ce lo porterà e ce lo farà udire perché lo mettiamo in pratica?". Invece, questa parola è molto vicina a te; è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica>>.  

Vangelo di Luca  (10, 25-37) <<Ed ecco, un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova, e gli disse: «Maestro, che devo fare per ereditar la vita eterna?» Gesù gli disse: «Nella legge che cosa sta scritto? Come leggi?» Egli rispose: «Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua, con tutta la forza tua, con tutta la mente tua, e il tuo prossimo come te stesso». Gesù gli disse: «Hai risposto esattamente; fa' questo, e vivrai». Ma egli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?» Gesù rispose: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico, e s'imbatté nei briganti che lo spogliarono, lo ferirono e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso un sacerdote scendeva per quella stessa strada; e lo vide, ma passò oltre dal lato opposto. Così pure un Levita, giunto in quel luogo, lo vide, ma passò oltre dal lato opposto. Ma un samaritano che era in viaggio, passandogli accanto, lo vide e ne ebbe pietà; avvicinatosi, fasciò le sue piaghe, versandovi sopra olio e vino; poi lo mise sulla propria cavalcatura, lo condusse a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno dopo, presi due denari, li diede all'oste e gli disse: "Prenditi cura di lui; e tutto ciò che spenderai di più, te lo rimborserò al mio ritorno". Quale di questi tre ti pare essere stato il prossimo di colui che s'imbatté nei ladroni?» Quegli rispose: «Colui che gli usò misericordia». Gesù gli disse: «Va', e fa' anche tu la stessa cosa». >>.