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Notiziario del gruppo
giovani
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Sommario |
Anno 3, Numero 8 Marzo 2004
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Lasciare
tutto o ritrovare tutto? (d. Giovanni M.)
[Bandiera della pace e sullo sfondo montagne innevate dietro Tortora] Carissimi amici di “Puntopace”, forse è capitato anche a
qualcuno di voi che, leggendo un libro o ascoltando una storia, è come se vi
avesse improvvisamente ritrovato la sua vita, o almeno qualcosa di
importante di essa. A me è successo guardando il film “Fuori dal mondo”.
L’avevo visto da solo e poi l’ho riguardato volentieri con quelli di voi che
erano presenti alla nostra proiezione “privata”. Dello stesso film troverete
in questo giornalino un bel commento di Mario Limongi. Oltre ai suoi tanti
meriti, in campo artistico, il film offre a me l'occasione di spiegarvi
perché io faccia le cose che faccio, perché mi prenda cura di voi, che cosa
mi spinga, dove sia la mia risorsa segreta, quanto e perché io vi voglia
bene. Il motivo lo si capisce dal film, dove, alla fine, una donna, che
aveva frequentato l’università e aveva avuto un ragazzo, riconferma la sua
scelta di lasciare tutto per dedicarsi a Dio e agli altri (i poveri della
mensa presso la quale lavora). Certo sarebbe un gran dono che qualcuno
sentisse lo stesso richiamo e lo stesso fascino…Tuttavia, non temete, qui
non scrivo per dirvi che voglio che tutti siate preti o suore… (comunque
magari passasse in testa a qualcuno), ma solo per spiegarvi perché io sia
così e per trasmettervi - questo sì - un amore più grande per le persone,
per la pace, per la natura, per le cose belle, per le cose grandi.
Trasmettervi e condividere con voi anche un progetto di vita, dove tutto
questo sia la nostra preoccupazione principale. Lo notate ormai da voi
stessi (siete cresciuti, da quegli inizi del primo “puntopace” alle Sarre,
vedi Notiziario nr. 0). Lo vedete, partecipando o assistendo a
qualsiasi gioco, ma anche (purtroppo) nella scuola e negli altri settori
della vita sociale: l'intento è sempre, sempre, superare l'altro, superare
gli altri. Nel nostro progetto, invece (che cerca di essere fedele al
progetto di Dio), il fine è superare noi stessi. Superare i nostri limiti -
culturali, psicologici, morali e di ogni altro genere. Se proprio ci
capiterà di dover superare gli altri, lo dovremo fare per competenza, per
impegno, per dedizione. Sì, per amore. In nome di quel rapporto con un Amore
Assoluto, che è ciò che nel film attira Caterina e le fa superare la sua
crisi, dovuta al richiamo di una “maternità”, sebbene adottiva, e alla
suggestione di una sistemazione affettiva, appena accarezzata e ben presto
abbandonata. Proprio così. A quest’amore assoluto mi aggrappo anch’io e sarò
felice di sapere che qualche brandello di esso lo state afferrando anche
voi. Meglio: che quell'amore sta afferrando anche parte della vostra vita.
In qualsiasi situazione, da sposati o no, da preti o laici, da giovani sul
finire dell'adolescenza, come voi, o da più che cinquantenni come
me, intercettare quest'amore sconfinato e che mai si arrende, è la cosa più
bella che ci possa capitare. E le persone, quelle che ci amano e che amiamo,
quelle da amare, dove vanno? Nessuna paura! Anzi. Queste persone sono segni
espressivi e strumenti di quest'amore. Dio non è geloso: piuttosto,
attraverso Gesù ci insegna che realizza pienamente il suo amore chi ama
sempre più realmente e concretamente gli altri. E con ciò vi abbraccio e vi
ringrazio, perché anche voi siete più che una scintilla per me: siete
l'occasione perché io possa vivere quest'esperienza.
PROSSIMO
INCONTRO
Il film che mi ha colpito di più durante i nostri cineforum con il gruppo Punto Pace è stato FUORI DAL MONDO (Mario Limongi)
Il settimo sigillo
Eremo delle Sarre - Marzo 2004
Parte del gruppo alla "Bocca della Cappella" |
Non collaborare con le “marche” che sfruttano i più poveri (Jacopo Limongi) Il grande pericolo della società odierna è quello di diventare sempre di più parte integrante del sistema economico dominante, che è profondamente ingiusto. L’unica soluzione da prendere, in un contesto di questa portata, è quella di capovolgere il proprio stile di vita e decidere di fare i nostri acquisti in maniera alternativa. Nel mondo di oggi ci sono diverse società, per meglio dire le multinazionali, che si comportano in maniera immorale. I metodi da loro utilizzati rasentano l’illegalità, o meglio le loro sedi si trovano in paesi dove la legalità non esiste proprio, dove prevale la ragione del più forte, che con i soldi, può comprare tutto e tuttavia a spese della povera gente. Si tratta di quella gente che, pur di non morire di fame, si lascia calpestare da manager senza scrupoli. I prodotti di queste aziende sono spesso prodotti a basso costo, avendo una manodopera costretta a lavorare per dodici o quindici ore al giorno, o costretta a dormire su un pavimento accanto alla propria macchina da cucire, o addirittura a subire delle vere e proprie mutilazioni fisiche pur di avere un misero posto di lavoro retribuito per pochi dollari. Così succede, ad esempio, con le povere ragazze filippine, che, per contratto, devono accettare di essere sterilizzate e che spesso non sono neanche maggiorenni. Ma che mondo è questo? E noi dovremmo lasciarci passare sotto il naso queste ingiustizie, senza battere ciglio, pensando soltanto ai nostri egoistici vantaggi? Dovremmo continuare a consumare i prodotti di questi mostri dei profitti e permettere che siano la concausa della morte di altri milioni di persone, soprattutto di bambini, cha, a differenza di noi, hanno avuto solo la sfortuna di essere nati in un’altra parte del mondo: quella sfruttata dai ricchi del mondo in cui viviamo noi? No, mai e poi mai! È il momento di reagire in maniera alternativa, cominciando già da oggi a fare resistenza in maniera alternativa. Certamente, questo richiede una conversione personale, oltre che strutturale. Dobbiamo cominciare a pensare ad un’economia che sia accompagnata da irrinunciabili principi morali. Non collaborare con le industrie e le multinazionali che opprimono, generano ingiustizie, inquinano, commerciano in armi. Dobbiamo invece cominciare a premiare le società e i modelli alternativi, come quelli del consumo equo e solidale, la banca etica e se siamo in dubbio consultare la guida del “consumo critico”. Dobbiamo finalmente imparare a ridimensionare il nostro stile di vita. In due parole: dobbiamo imparare a vivere più semplicemente! È chiaro che un compito cosi importante diventa più significativo se compiuto insieme ad altre persone, aggregandosi in vere e proprie comunità di resistenza. Così come cercheremo di fare noi ragazzi del Punto Pace, cominciando a non pretendere più prodotti firmati e marche coinvolte in operazioni immorali e contrari sia alle aeree più povere del pianeta, sia alla natura. Dobbiamo cominciare a sensibilizzare noi e le nostre mamme a mettere così nel carrello della nostra spesa solo i prodotti che sono stati fabbricati in modo corretto. È l’unico mezzo per fermare la macchina infernale di un’economia che per noi sembra portare comodità e comfort, ma per la maggior pare delle persone e per la natura porta solo miseria, malessere e distruzione.
DOVE INFORMARSI? |
Due indimenticabili 17-18 Febbraio 2004 E’ finalmente arrivato il giorno del ritiro del gruppo Punto Pace!... La sera del 17 Febbraio, dopo aver superato non poche difficoltà, si è riunito il nostro gruppo all’eremo delle Sarre . Purtroppo avevamo saputo in anticipo che le ragazze sarebbero arrivate solo il mattino seguente. E così per guadagnare tempo, abbiamo deciso di fare un cineforum prima di salire, guardano il bel film di Giuseppe Piccioni “Fuori dal Mondo’’ (vedi l’articolo di Mario L.). L’appuntamento era alle 20:30 a casa di Don Giovanni. Subito dopo aver “gustato” il film, i suoi contenuti e aver dibattuto sulla sua profondità e dopo aver condiviso le grandi emozioni che aveva suscitato in ciascuno di noi, ci siamo separati: le ragazze sono tornate a casa e noi invece via verso il nostro amato eremo! L’allegra compagnia era composta da me (Antonio Benvenuto), Jacopo, Sergio, Mario, Marco, Pietro e Filippo. Abbiamo trovato il fuoco già pronto e l’ambiente riscaldato così ci siamo sistemati: anche qui con non poche difficoltà… per le solite indecisioni giovanili dell’ultimo momento! Tra l’altro per noi ragazzi farsi il letto è una delle imprese più difficili da portare a termine! Una volta finito, abbiamo concluso (si fa per dire) la serata con una bella preghiera. La mattina seguente DJ si è insolitamente complimentato con noi per la notte tranquilla che avevamo trascorso, dico insolitamente, perché non è da noi: si vede che eravamo veramente, ma veramente, stanchi! Al risveglio è seguita una ricca colazione, accompagnata da una musica di sottofondo, ah che dolce risveglio! La colazione è stata seguita da una preghiera che ha anticipato la messa. Alla preghiera si sono aggiunte anche le ragazze capeggiate dalla nostra fedelissima e instancabile organizzatrice Giusy. Così come ci ha raggiunto Michele Limongi. È seguita la Messa cui hanno partecipato in molti, essendo venuti anche i nostri amici dell’Ulivo! Eravamo davvero tanti: è stato bello. Finita la messa, abbiamo preparato il pranzo. Da parte mia, ho ricevuto un incarico di cui sono andato molto fiero: arrostire la carne, che per l’occasione era di tacchino (non possiamo mica sempre mangiare salsicce!). La pasta era buona soprattutto con il sugo della zia Maria, ma anche il secondo non sfigurava: qualcuno, come Giusy, dice che modestamente sono il “Re della brace!” Purtroppo però, subito dopo il pranzo, molti dei ragazzi ci hanno lasciato, a causa delle solite partite. Il cattivo esempio è stato seguito anche dalle ragazze, e così siamo rimasti in pochi, ma buoni, come si dice sempre in questi casi, almeno per consolarsi! La scelta di restare è stata ripagata, infatti abbiamo deciso di andare in escursione a Cardio il cui nome in greco significa “Cuore”, proprio perché rappresenta il cuore pulsante della natura circostante ed è una freschissima sorgente. Il posto è meraviglioso! È stata una bellissima esperienza che ci ha fatto dimenticare anche la bruciante sconfitta subita il giorno prima nella partita con il Praja (da non dimenticare che nella squadra del Tortora, prima categoria, giochiamo in tre del gruppo: Filippo, Sergio ed io!).
[Foto dell'estate scorsa a Cardio] Oggi 14 Marzo il gruppo Punto Pace è di nuovo pronto e scalpitante per salire all’ eremo delle Sarre. Alle 20.30 siamo tutti sotto casa di Don Giovanni, ma anche questa volte le ragazze ci hanno abbandonato, avranno paura del freddo le donnine, invece noi uomini veri, non temiamo niente!! Siamo più numerosi perché si è unito alla compagnia anche Jardel (benvenuto, Jardel!). Arrivati alle Sarre, ci siamo sistemati nelle stanze, sempre dopo aver risolto i soliti problemi, che già conoscete. Ci siamo accinti a preparare la cena, che si è conclusa con un bel dessert: niente di meno che yogurt ai frutti di bosco! Il resto della serata si è svolto a compilare un riuscitissimo test, appositamente predisposto, che mirava alla conoscenza di noi stessi e degli amici che ci stanno intorno. È una cosa che non succede molto spesso, perché presi dagli impegni quotidiani, a volte siamo tentati di trascurare gli altri, e, cosa ancora più grave, di trascurare noi stessi! La prima scheda ci chiedeva di tracciare il nostro identikit, con i nostri lati positivi e negativi, con i nostri sogni e le nostre paure e delusioni. La seconda ci impegnava a tracciare in gruppo l’identikit di ciascuno dei componenti del gruppo, così come sono visti dagli altri. È stato molto interessante e anche motivo di crescita interiore. La cosa è stata presa con molta serietà e svolta con molto impegno da ognuno di noi.Inoltre ci siamo resi conto che il giudizio nostro e quello fatto dagli altri su di noi combaciavano. Ci restano ancora molte schede da confrontare, ma lo faremo prossimamente. Posso però dire già da adesso che è stata un’esperienza veramente bella! Il giorno dopo, domenica, abbiamo continuato lo stesso lavoro insieme alle ragazze che compongono il gruppo e che ci avevano appena raggiunti.In seguito abbiamo partecipato alla messa che è stata celebrata in paese, dove don Giovanni ci ha colpito particolarmente con la sua vibrante omelia, che ha riempito il nostro cuore per tutto il resto della giornata. Era impostata sull’urgenza di portare speranza e liberazione per noi e per il nostro ambiente, diventando un roveto di impegno e d’amore, per non finire come il fico della parabola, pieno solo di foglie, ma senza frutti. (Vedi locandina della 3^ domenica di Quaresima).
3^ Domenica di Quaresima (C) Dio tu bruci tra le spine della nostra oppressione, Ritornati all’ eremo abbiamo iniziato a cucinare. O meglio, a cucinare sono state le ragazze, ma noi abbiamo fatto tutta la nostra parte a mangiare! Il pranzo era buonissimo, sia perché consumato all’aria aperta, sia perché io ho preso anche stavolta il mio posto vicino alle braci, preparando una carne prelibata, (è o no l’ insuperabile Re della brace?! ndr). A fine pranzo, come al solito, qualcuno ci ha tradito per il pallone (no sa rinunciare ancora a vedersi qualche partita!), mentre i rimanenti hanno preso parte all’escursione alla “Vucca di la cappedda”, posto bellissimo sopra le Sarre, da dove si può abbracciare un incantevole panorama, che va da Aieta a Maratea. Purtroppo la giornata era terminata forse troppo velocemente. Un po’ eravamo dispiaciuti, ma tanto sapevamo che di giornate così ce ne sarebbero state e ce ne saranno ancora tantissime altre.
[Sergio, Jardel, Antonio] |