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Notiziario del
gruppo giovani |
Sommario |
Anno 5, Numero 11
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Continuità e ... novità (d. Giovanni M.)
Carissimi,
è vero, il notiziario di “puntopace” ricompare
dopo un anno di distanza. “Troppo tardi!” - potrebbe
dire qualcuno, ma il fatto è che quelli di voi che vi
scrivevano abitualmente ora siete troppo lontano e probabilmente
molto impegnati a preparare esami, tesi, tesine e quant'altro...
A differenza di un anno fa, non abbiamo purtroppo che pochi
vostri scritti da riportare. In compenso, però, alcuni di
voi si sono laureati e altri sono sulla buona strada. In questo
numero ci viene offerta
una lista di argomenti che a Novembre dell'anno scorso avevamo
messo insieme, perché potessimo affrontarli in incontri
da tenere mensilmente. Purtroppo per tanti motivi anche questi
incontri non si sono tenuti. Anche qui aspetto vostri suggerimenti
e proposte per sbloccare la situazione.
Niente però impedisce
che ciò che non abbiamo potuto fare finora non lo possiamo
fare in seguito. Vedremo... In ogni caso, potremo però
affrontarli via internet. Uno degli argomenti più scottanti:
l'importanza della Chiesa e i i suoi limiti umani è affrontato
nell'intervista pubblicata in questo numero. Leggetela. Dopo cresima: la strada che conduce alle Sarre: una strada verso il meglio di noi stessi, perché ci porta agli altri e...al Signore (Clarissa Imperio)
In un clima di assoluta serenità e di partecipazione, una volta alla settimana, noi ragazzi del dopo cresima ci riuniamo tutti insieme all'eremo delle Sarre con don Giovanni e don Beniamino. Fieri di trascorrere del tempo con loro e loro con noi, i nostri pomeriggi e le serate passate insieme sono alimentati da risate, giochi, uscite in montagna, gare sulla spiaggia (come nell'ultima estate) e perché no? la visione di film o partite di calcio, insomma momenti di gioia e di allegria. Ma come in tutte le cose nella vita, non ci si deve solo divertire, perciò ci sono momenti che dedichiamo alla riflessione, alle conversazioni costruttive, ai confronti che ci aiutano a crescere. E di questi momenti ce ne sono tanti. Ci mostriamo tutti partecipi e interessati, e molto spesso alla fine di ogni confronto nascono dubbi e domande, da approfondire e riprendere, ma è normale. Questo secondo me, significa che la partecipazione è stata attiva, ma tutto questo è dovuto anche alla bravura di don Giovanni e don Beniamino nello spiegarci il perché, il come e il quando, facendo sì che i momenti di perplessità svaniscano. La lettura del Vangelo è il momento più importante di questi nostri incontri e le riflessioni ci guidano sempre più verso la strada del Signore. È lui il nostro esempio, è lui il nostro maestro, è lui il nostro migliore amico, insomma è lui la vera strada da imboccare per affrontare le difficoltà che la vita ci riserva. Noi adolescenti forse siamo più degli altri chiamati a farlo, senza lasciarci coinvolgere dalle cose poco importanti. Voglio concludere rivolgendo un particolare ringraziamento ai nostri "don", perché da quando mi hanno indirizzata a seguire la via del Signore mi sento più forte e più matura.
GRUPPO
ESTIVO 2006 Come ogni anno anche quest’estate noi ragazzi insieme con i nostri "don" e con le nostre animatrici Rosanna , Pierina e Zia Minicuccia abbiamo fatto un campo-scuola. E’ stata una bella esperienza stare tutti insieme, imparando cose nuove,commentando argomenti su cui non sempre ci soffermiamo a riflettere. Ogni mattina ci incontravamo e così tutti insieme ci incamminavamo verso le Sarre, dove poi iniziavamo il campo-scuola. Appena arrivati andavamo in cappella per pregare e riflettere su ciò che leggevamo. Abbiamo parlato delle quattro virtù cardinali: prudenza, giustizia, fortezza e temperanza e delle tre virtù teologali: fede , speranza e carità. Le quattro virtù cardinali sono state viste come i quattro pilastri della nostra vita che ci aiutano a crescere nell'età in cui viviamo. Per ognuna di queste ci siamo soffermati a riflettere .
La prudenza ci fa capaci di vedere alla luce di Dio i
nostri comportamenti e le nostre scelte ,
confrontandoci con la vita di Gesù.
Dalla sua prospettiva possiamo capire quali sono
le cose giuste da fare nella vita. La nostra animatrice ha portato
una lampada come simbolo della luce che ci illumina.
Il secondo giorno abbiamo parlato della
giustizia. Ognuno di noi deve dare al
prossimo ciò che gli appartiene poiché
ogni persona è soggetto di diritti e di doveri. Come simbolo della giustizia
abbiamo usato una bilancia, per
capire che il nostro comportamento verso Dio e il prossimo deve
equilibrarsi allo stesso livello, perché
come amiamo lui dobbiamo amare anche il
prossimo. Il terzo giorno abbiamo parlato della
fortezza che si esprime nel resistere e nel
vivere la virtù della pazienza, rinunciando
all’aggressività dell’attacco. Gli
atteggiamenti contro la virtù della fortezza
possono essere la noia, la tristezza,
la superficialità, che possono
provocare comportamenti poco puliti ed
edificanti, come pensieri cattivi, violenze, cattiverie,
visioni poco belle.
La fortezza cristiana non c’è se non siamo disposti anche a dare la vita per la fede. Essa mette in gioco realtà negative ma anche realtà positive come il coraggio. La fortezza è la virtù che assicura la costanza della ricerca del bene. Come simbolo della fortezza abbiamo usato la bandiera della pace. La temperanza è la capacità di soddisfare con equilibrio e moderazione i propri istinti e desideri . Ci porta a scoprire la gioia della vita e ad avere serenità e pace. Le tre virtù teologali sono carità, fede e speranza. La fede è credere a ciò che per amore Dio ha fatto per noi. E' la virtù con la quale ci si abbandona liberamente a Dio.
La carità è la virtù per la
quale amiamo Dio e il nostro prossimo
come noi stessi. La speranza è vivere totalmente
abbandonati sulle tracce di Dio. Anche quest' anno siamo
riusciti ad organizzare questo campo-scuola che
è stato un aiuto al rinnovamento della
nostra fede di ragazzi cristiani e anche un approfondimento
sulle cose ascoltate prima della
cresima, cioè le virtù teologali e le
virtù cardinali. Noi ragazzi
siamo grati ai nostri animatori e ai nostri
sacerdoti che riescono a dedicare annualmente e anche
settimanalmente incontri formativi per la nostra
crescita.
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La pace è un sentimento interiore che ogni cristiano raggiunge solo quando avverte la presenza del Signore, una presenza straordinariamente preziosa per il nostro cammino spirituale. Essa è talmente importante che dobbiamo avere un desiderio molto grande di costruirla, poiché il mondo ha un gran bisogno di pace, ma non possiamo desiderarla se non siamo capaci di sforzarci giorno per giorno ad edificarla. Possiamo incominciare a farlo abolendo dai nostri comportamenti quotidiani ogni forma di violenza nelle parole, nei pensieri, nelle azioni, rinunciando a quei programmi televisivi che di sicuro non trasmettono messaggi adeguati e positivi. Oggi nel mondo c’è molta violenza e questo ci fa capire che c’è una mancanza di amore e di perdono. Non bisogna compiere delle azioni vendicative, ma prevenirle, purificando il cuore e la mente da ogni pensiero di odio, rifiutando con coraggio pensieri cattivi. Ogni persona dovrebbe riuscire a perdonare, poiché la pace senza il perdono non può esistere. Essa va costruita come ci insegna Gesù che proclama : “Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio “.
Intervista a Don Giovanni Mazzillo,
La festa di San Biagio di nuovo a Tortora
Qualche volta, o forse spesso, non lo so, sembra che anche noi ragazzi lottiamo con Dio. Non perché vogliamo metterci contro di lui, ma perché ci sembra che egli ci tolga la nostra libertà. Stiamo perciò riflettendo con il nostro gruppo se questo è vero o se è invece una falsa paura.
Ci stiamo arrivando a tappe, aiutandoci con alcuni sussidi
scritti per gli adolescenti. Lo scopo della prima tappa è di
aiutare noi ragazzi a capire che a volte essere di cattivo umore
è normale, ed è molto importante che scegliamo da noi stessi di
diventare cristiani, senza pentirci mai di aver scelto di
seguire Gesù. Una delle prime scelte che possiamo fare è andare a
messa la Domenica, ma non più perché ce lo dicono i genitori o i
grandi, ma liberamente, perché vogliamo vivere la nostra fede
insieme con la comunità nella quale ci troviamo e perché
vogliamo ascoltare le parole del vangelo e prenderne esempio. Alcuni di noi nella terza tappa hanno riflettuto sull'invito del Papa a “spalancare le porte a Cristo”. E' un'espressione che vuol farci capire che dobbiamo avere un cuore sempre disponibile e aperto con tutte le persone, senza fare discriminazioni.
Perché gridare? |
TUTTI in campo e .... PARTITA DEL CUORE 1° edizione 1° maggio 2006
clicca qui per le altre altre foto Si può dire è l’inizio di una nuova fase per la storia dei bambini, giovani adulti del centro storico di Tortora e dintorni. Tra le attività sportive che spesso facciamo è da ricordare "la partita del cuore del 1° maggio 2006". In questo giorno si è disputata la partita tra ‘il clero cosentino’ e ‘l’amministrazione Comunale’ di Tortora. L'occasione era la festa di S. Giuseppe lavoratore. Quella mattina sembrava del tutto impossibile: il cielo era coperto di nuvole, però, forse anche per una buona parola di San Giuseppe, nel pomeriggio è uscito un bel sole che ha aperto i nostri cuori a una gioia immensa. Finalmente, è arrivato il momento tanto atteso e già dalle due del pomeriggio si assisteva a un movimento tutto particolare che era di attesa e di entusiasmo
Cosi, con il calcio iniziale alle ore 15.00, il primo match è stato tra i ragazzi di Tortora centro storico e la squadra femminile di Cosenza, ma occorre subito dire che i ragazzi hanno avuto la meglio. Il secondo grande match è stato tra ‘il clero cosentino’ e ‘l’amministrazione comunale’, con la squadra comunale in gran forma, anche perché vi giocavano calciatori che in passato sono stati determinati per il paese. Insomma la squadra degli amministratori ha battuto quella del clero... Questa giornata è risultata davvero esultante per un vita di comunione, di fraternità e e di solidarietà, grazie i nostri organizzatori: l’assessore dello sport Antonio Chiappetta con la collaborazione del sindaco e tutta amministrazione comunale. Grazie anche a Don Giovanni Mazzillo e il nostro vicario parrocchiale nonché commissario tecnico della squadra, Don Bisu Benjamin Aind. Da giornate come queste, anche se siamo in un campo sportivo, possiamo capire che il gioco ci fa crescere nell’amore e nel rispetto per gli altri (i cosiddetti avversari) e ci dà la gioia per riunirci e per stare insieme tra noi, riscoprendo l'importanza anche dell'amicizia con Dio, che vuole la nostra gioia e la nostra felicità... sempre. clicca qui per le altre altre foto
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