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Notiziario del gruppo
giovani
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Sommario |
Anno 4, Numero 10 Febbario 2006
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Dal Venerdì Santo (25/03/2005)
Una giornata di PACE
con Alex Zanotelli Sapri, 7 aprile 2005
Partiti da Praia a Mare col treno verso le 15:30, a Sapri, nella sala comunale abbiamo partecipato alle 18:00 a una conferenza sulla pace. A trattare questo argomento è stato il padre missionario Alex Zanotelli, dopo un’intensa riflessione di don Giovanni Mazzillo sulla pace, cuore del Vangelo (cliccare qui per leggere gli appunti). Davanti a un uditorio conquistato dalla sua testimonianza, padre Alex, inizia parlando di tutti i mali che colpiscono l’uomo in questo millennio. Afferma che il nostro cuore è molto ammalato e che man mano che passa il tempo si consuma e appesantisce con le non curate malattie dell’egoismo, della violenza, dell’orgoglio, dell’oppressione, dei nazionalismi, delle false idee della vita e dell’uomo. Quando un cuore è ammalato e non batte più con un ritmo ordinato, il cardio-chirurgo lo collega a un pace-maker (stimolatore cardiaco) per farlo funzionare con un segnapasso artificiale da dove partono gli impulsi per un corretto ritmo vitale. L'uomo di oggi dal cuore malato non ha bisogno di un trapianto, ma del piccolo-grande pace-maker della pace, della pace che solo Dio può dare. La nostra pace è fatta di accordi che durano poco, è effimera, mentre quella attinta in Dio è per sempre. Il difficile esperimento da fare è quello che ci insegna Gesù: ossia vedere lui non con i nostri occhi, ma con i nostri cuori e amare il nostro prossimo. Per capire ciò dobbiamo inscriverci alla sua scuola, perché egli possa insegnarci che la pace è il motore primo di una esistenza meravigliosa. Il nostro mondo, sostiene Padre Alex, è grande e vasto, ma anche violento e generoso. Proprio questo dualismo tra cinismo e generosità (vedi la solidarietà espressa in occasione dello Tsunami) che si trova in noi, deve farci riflettere e spetta ad ognuno di noi eliminare la strada “malefica” della violenza e prendere quella “benefica” della pace, facendo attenzione di rinnovarla continuamente, ogni giorno, per non perdere quel filo interlocutorio con Dio. Tutto ciò non è facile da realizzare se restiamo soli, ma è possibile se si è insieme con gli altri, per poter “coltivare la buona radice della pace”, che può dar frutto nel nostro piccolo, pur pensando alla grande. Proprio su quest’ultimo punto si deve fare una accurata riflessione. Alex sostiene che noi facciamo parte della "felice" (per noi) realtà del mondo che è quella dei “grandi imperi economici”, che pensano alla grande e vogliono ottenere tutto e subito e che vogliono ciò che piace, rifiutando qualsiasi impegno e sacrificio. Dall’altra parte del mondo c'è invece la triste realtà dei "grandi imperi di fame, di sfruttamento, di malattie, di analfabetismo e di povertà". Il problema di oggi è il CONSUMISMO - ripete continuamente Padre Alex- poiché esso tende esclusivamente a salvaguardare l’economia di pochi e non di tutte le popolazioni. Così egli racconta le condizioni di vita della poverissima gente di un quartiere della periferia di Nairobi, dove egli ha trascorso diversi anni della sua vita (Gorococho). Proprio quel luogo è stato per lui occasione di maturare le sue convinzioni e tentare di realizzare tra i più infelici della terra il messaggio di pace che viene dal Vangelo. Un altro passaggio della testimonianza offerta da Padre Alex è stata incentrata sul messaggio di Giovanni Paolo II per la Giornata Mondiale della Pace, dal titolo: <<Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male>>. Ebbene, in ogni uomo vi è la possibilità di compiere dei gesti di pace, a cominciare dal diffondere intorno a noi il bene, non limitandosi a dire di opporre resistenza al male, sperimentando di vincerlo con il bene. Conclusione: non dobbiamo rimanere inoperosi, perché la pace è un impegno costante, richiede energie quotidiane. E' dono di Dio, da ottenere con la preghiera come ripeteva continuamente prima di morire Giovanni Paolo II, ma è un dono affidato a noi che viviamo sulla terra e in questi giorni della nostra storia. Dobbiamo essere noi OPERATORI DI PACE, testimoniando il valore della parola di Gesù sulla pace verso tutti, cristiani e non cristiani, proprio come fanno i missionari, per poter portare avanti il messaggio di pace che è la sola arma possibile contro il TERRORISMO. Di questa pace ci parla anche con rinnovato vigore il nuovo Papa, Benedetto XVI (cliccare per leggere il suo testo). IL Gruppo Estivo (GREST) DEI RAGAZZI di TORTORA (13-17/07/05) (a cura di Rosanna Limongi, animatrice del campo insieme con DG e Don Benjamin, Paolos, Chassì e Gabriel)
Abbiamo sognato alla grande... Siamo arrivati in tanti… carichi di entusiasmo e pieni di aspettative! I temi del campo-scuola : la conchiglia, la zavorra, la vela-rete, la barca. Le giornate trascorse insieme tra: lavoro di gruppo, preghiera comunitaria, giochi,canti grida di gioia… ci hanno dato l’opportunità di riflettere su noi stessi e sugli altri. Ognuno di noi è diverso dall’altro, e questo è un bene, perché la diversità ci arricchisce. Da soli si rimane chiusi come conchiglie, ognuno portando con sé la propria zavorra (problemi, modi di essere, egoismi…), una zavorra che non gli permette di salpare, invece insieme con gli altri tutto diventa più leggero e si riesce a prendere il largo e scoprire nuovi orizzonti… Io insieme a tutti i bambini e i ragazzi in quei giorni ci ho provato! E ci hanno provato anche, aiutandoci nelle cose più pratiche, Za’ Minicuccia e Pierina, mentre don Paolos, Shassì e Gabriel hanno prestato la loro opera nella conduzione dei gruppi di riflessione… Ve li immaginate 25 ragazzi che si ritrovano insieme in 4 soleggiate giornate di Luglio? Per fortuna sono stati bravi e hanno alternato i vari momenti senza troppi problemi. Certamente la voglia di giocare affiorava sempre, ma in generale si può dire che è stata per tutti, compresi noi “animatori”, una riscoperta.
E’ stato meraviglioso condividere con loro i momenti che ci hanno permesso di costruire la nostra” rete-vela “, giorno dopo giorno, la nostra gioia-unione è cresciuta, e tutti insieme ora siamo
pronti a salire sulla stessa barca e partire… C’è stato un successivo incontro il 4 Novembre, una specie di campo-ritorno...
GRUPPO PUNTOPACE 20-24 Luglio 2005 Il tema "Noi giovani sulle tracce di Dio" significa: guardare nella stessa direzione Continuando a cercando le tracce anche nei momenti bui "Noi sulle tracce di Dio..." ha significato per noi giovani riflettere su: ☺ La religione come sentiero che ci porta dentro e oltre noi stessi ☺ La biforcazione del sentiero ☺ Gli incontri e le scelte sul nostro cammino Quello che abbiamo capito è che è arrivato per noi il tempo di scegliere. Non ci troviamo solo davanti a un ventaglio di possibilità, per l'età che abbiamo, il tipo di attività che sceglieremo, la facoltà o il tipo di lavoro che si presenta per noi oggi, ma spesso si tratta di vere e proprie biforcazioni: o da una parte o dall'altra. In sintesi questi bivi li abbiamo visti in ciò che segue: scuola - non scuola, nel senso di continuare a studiare o scegliere di lavorare; agire secondo il modo di pensare comune - agire secondo le proprie convinzioni; agire senza riflettere-agire con consapevolezza; vivere per apparire - vivere per essere se stessi. Ancora: religione o fede? Cioè: credere-abbandonare le pratiche di fede;credere in rituali e culti che portano all'oppressione dell'uomo - credere nella religione che porta alla liberazione dell'uomo; vivere per interesse-vivere per dedizione; vivere con rassegnazione-vivere con con speranza; lasciarsi sopraffare dal dolore-affrontare le difficoltà; scegliere l'amicizia -vivere senza amici; non rispettare la pace-costruire la pace.
SUCCESSIVI INCONTRI di PUNTO PACE SONO STATI...
>> il 31/10/05, dedicato a una riflessione sul nostro impegno contro la mafia, che nei giorni precedenti aveva fatto assassinare Francesco Fortugno, vicepresidente della Regione Calabria. Dopo la preghiera del mattino abbiamo assistito alla proiezione del bellissimo film "Io no ho paura" del regista impegnato per i problemi sociali del Sud: Gabriele Salvatores. Lo abbiamo successivamente discusso durante una sosta nella visita al fiume Pizinno. Abbiamo tutti espresso le nostre preoccupazioni sulla nostra terra e sul futuro personale di ciascuno di noi. Sappiamo che la nostra terra ha problemi gravi che sono peggiorati dalla disoccupazione giovanile. Abbiamo però espresso anche la nostra volontà a volerci preparare bene per ciò che dovremo fare professionalmente, con la volontà di restare il più possibile nella nostra terra, al fine di cambiarla in meglio, cominciando a cambiare noi stessi e la qualità delle nostre relazioni. A conclusione abbiamo deciso di scrivere una lettera a Mons. Bregantini, Vescovo di Locri, per esprimere la nostra solidarietà e la nostra determinazione a impegnarci per la nostra terra.
>>Un
altro incontro significativo è stato quello del 3/01/06 |
Essere avamposti di pace dovunque ci troviamo (d. Giovanni M.) Carissimi amici, il nostro ultimo notiziario, il n. 9, risale a Febbraio 2005. Scrivere e raccogliere i pensieri evidentemente è difficile e più difficile ancora è poterli organizzare in un Notiziario, soprattutto quando questo vuole essere qualcosa di più che un semplice foglio informativo. Durante l'anno trascorso i momenti vissuti dal nostro gruppo sono stati tanti e le novità ormai non sono più tali, perchè il tempo è passato più in fretta di quanto pensassimo. Proviamo a ricordare alcuni momenti significativi soprattutto nella sezione "Momenti vissuti", mentre nella colonna sottostante riportiamo alcuni brani di corrispondenza, che alcuni tra i "soci fondatori" del gruppo "PUNTOPACE" scrivono dalle loro nuove sedi, dove si trovano per motivi di studio. Per il resto che cosa dirvi, se non che dovunque ci troviamo dobbiamo rappresentare una sorta di segnaletica vivente della pace? Pace nei rapporti con le persone con le quali le nuove circostanze ci portano a vivere e pace nelle stesse nuove situazioni nella quali viviamo, che non sempre corrispondono a questa logica, essendo talvolta espressione di arrivismo, concorrenza, scavalcamento dell'altro. Così come non sempre rispondono alla logica della pace anche le acquisizioni universitarie e non, che, essendo frutto, anche esse, di progetti di vita e di opzioni culturali e politiche diverse, vi appariranno talvolta di segno opposto e contrapposto... Ma ciò che conta, in definitiva, è essere dappertutto come degli avamposti di pace, convinti e convincenti, all'università come in casa, studiando i libri o scambiando le proprie opinioni con gli altri. Sarebbe bello e incoraggiante anche per i più piccoli sapere che la pace è e rimane per voi dappertutto non solo un ideale, ma una scelta di vita irreversibile. Con questo augurio e con non poca nostalgia, un caro saluto a tutti, ma soprattutto ai più lontani, Vs. DG Ci scrivono dalle loro nuove sedi...
BRANI DALLA CORRISPONDENZA DI GIUSY
Ciao a tutti, finalmente posso scrivere e-mail e rispondere tranquillamente a tutti, lo so che è un po’ tardi ma non sapevo dove era la sala informatica e poi sono stata un alquanto impegnata con problemi di casa e tutto il resto… Con l' aiuto di Dino (amico della famiglia Tranchino) e dell' agenzia abbiamo trovato una nuova casa, più bella e più economica… La cosa positiva di questa storia è la bella amicizia che è nata con le ragazze della casa … la cucina italiana apprezzatissima e anche se siamo in appartamenti diversi, siamo inseparabili. Sono: Carol, svizzera ma di origine ceca, Sofi francese della Roscelle, dove ha lavorato nonno Biagio, Katerina che è greca e Carina che è argentina. Insomma una bellissima mescla, come si dice qui, di cultura e ambienti diversi! Con la lingua poi ogni giorno imparo qualche cosa di nuovo e mi piace moltissimo. La cultura basca è sensazionale. Hanno fatto di un dialetto una lingua ufficiale e guai a dire il contrario, e sono tutti bilingue, a partire dai bambini dell' asilo! I posti sono incantevoli e l' università è molto interessante; vivissima culturalmente con spettacoli di musica e teatro. Io sto seguendo qui il corso di struttura e cambio della società, una critica alla sistema capitalistico, sociologia urbana, disuguaglianza ed emarginazione sociale: molto bello e spagnolo. Tutti sono molto precisi: autobus, metro, professori e chissà se imparerò anche io ad essere puntuale...un miracolo!!! Qui vado a messa dai gesuiti non è male! ….. Grazie per la bellissima frase è cosi anche per me in questo momento,verso tutti coloro a cui voglio bene (“gli occhi vedono i presenti, ma il cuore vede gli assenti che ama”). Mi dispiace apprendere che in Calabria la situazione non dà cenno di migliorare (per l’assassinio del vice presidente della regione Calabria, Franco Fortugno). Oggi mi ritrovo con molto rammarico a dover dare ragione a tutti quelli che alla scoperta del mio paese di provenienza subito sono pronti a rispondere mafia, italiani e stranieri compresi. La mia fatica ad elencare tutto ciò che c'è di bello in Calabria e a Tortora e di sentirmi un po’ una privilegiata ad abitarci, deve purtroppo fare i conti con una realtà alquanto dura. A pagarne le spese siamo noi giovani che o facciamo finta di niente o dobbiamo lasciare casa in cerca di qualcosa di meglio!? Addirittura qui mi sono trovata a parlare con due ragazze di Padova, che, quando ho detto che ero calabrese, quasi erano sorprese di non avere davanti una primitiva dell' età della pietra, e poi continuando a parlare, una di loro era di Melfi Basilicata, cosa impossibile da indovinare a sentire dal suo accento e dai suoi modi di fare.. Eppure studiano psicologia... A parte tutto questo e il dover costatare che nel 2005 ancora ci sono distinzione tra Nord e Sud, questo mi insegna sempre di più ad essere orgogliosa del mio paese e di avere ancora dei valori e delle tradizioni,e sopratutto a non fare finta di niente. Ho saputo che avete fatto un incontro sono contenta spero che sia andato bene,io vi penso sempre … Che bello, che meraviglia! Avendo saputo della grande manifestazione di Locri contro la mafia, penso che non si poteva sperare di meglio! Allora ho ragione a sentirmi un po’ privilegiata per il solo fatto di appartenere ad una popolazione così coraggiosa!!! Avrei voluto esserci anche io a sfilare!! Finalmente possiamo intravedere una via d' uscita da questa situazione, anche se la strada ancora è lunga! Le foto sono bellissime sono contenta che la filosofia del punto pace e dell' eremo delle Sarre porti tanti nuovi!!! Quanti ragazzi, quante new entry! Che felicità. Inoltre rivedere il primo gruppo che continua a crescere… me li saluti tutti. Qui … la vita trascorre tranquillamente, come la cultura spagnola insegna. La settimana scorsa sono stata al museo della pace di Guernica *… un’esperienza unica che vi racconterò di persona, ho preso un sacco di depliant che vi farò vedere quando torno, in cui il filo conduttore è "per non dimenticare". Un abbraccio fortissimo alla Calabria, ai calabresi, a Tortora, al Puntopace, Giusy Mazzillo* Guernica è il nome di una cittadina spagnola che ha un triste primato. È stata la prima città in assoluto ad aver subìto un bombardamento aereo. Ciò avvenne la sera del 26 aprile del 1937 ad opera dell’aviazione militare tedesca… (Per saperne di più ciccare su GUERNICA )
Pablo Picasso, Guernica, 1937 Sergio scrive:
Sono questi i momenti in cui sono orgoglioso della nostra terra, con
questi striscioni, con questo striscione "Adesso ammazzateci tutti"
geniale, ha riassunto il segnale forte che veniva dalla folla.
Intervista
di Rossella Imperio con don Benjamin
“Tutto quello che non penso accade,
tutto quello che penso non accade”. Versi, questi, che
affermano grammaticalmente un evidente principio di
contraddizione, principio che nel corso della nostra vita ci
accompagna quasi quotidianamente, soprattutto quando osiamo
esclamare la ormai nota frase “va sempre tutto storto”, in
particolare, quando basta un niente a rovinare i nostri
progetti…giusti o sbagliati che siano. Ma a don Benjamin, (per noi
tortoresi Beniamino) sacerdote indiano, questo principio ha
portato fortuna. Gli ha indicato la strada verso un cammino che
neanche lui avrebbe mai pensato di intraprendere. Questa che stiamo
per raccontare è proprio la testimonianza di Bisu Benjamin.
Cosa ricorda della sua infanzia? Ci descrive un
po’ le tradizioni della religione del suo paese Don Beniamino,
lei viene da un paese, come l’India, dove le etnie religiose sono
tante e forse la meno diffusa è proprio la fede cristiana. Ecco, ci
dice cosa l’ ha spinta alla conversione? Della sua
famiglia qualcuno si è convertito al Cattolicesimo? Quando si è
iscritto alla scuola Cattolica? Quando ha
deciso di voler ricevere il sacramento del Battesimo? Come mai ha
scelto il nome Beniamino? E i suoi
genitori come hanno reagito a questa sua decisione? E poi cosa ha
fatto? E che risposta
si è dato a questa lecita domanda?Qual è stato il suo messaggio? Quando e dove
è stato ordinato sacerdote? Don Benjamin
qual è il suo sogno? A Tortora, i bambini non fanno che parlare di lei. Con don Giovanni, quali sono i progetti che la Chiesa sta mettendo in atto? Si è vero i bambini parlano sempre di me, ma anche di don Giovanni che con la sua umiltà sta svolgendo benissimo il suo compito. Vogliamo camminare piano e toccare tutti i principi fondamentali che Gesù ci ha lasciato. Il bilancio è positivo. Don Antonio ha fatto tanto per Tortora. Don Beniamino
grazie mille.
A Padre Giancarlo Bregantini, Vescovo di Locri (per il convegno di Cetraro cliccare su questa linea)
Caro Padre Giancarlo, il gruppo giovani di Tortora “Punto pace” le scrive questa lettera per inviarle la sua solidarietà, il suo affetto, e la sua rinnovata volontà di continuare a fare qualcosa affinché la legalità predomini sulla criminalità, la pace sulla violenza, la fiducia e la collaborazione sul fatalismo e sull’indifferenza. Noi giovani ci uniamo alle altre voci che in questi mesi hanno deciso di non tacere di fronte all’efferato omicidio Fortugno. L’uccisione del vicepresidente della regione Calabria ha assunto un valore inquietante: non solo è stato colpito uno dei tanti eletti per minacciare e ricattare la politica, ma nel contempo la mafia ha voluto lanciare a tutti noi un macabro messaggio di umiliazione sociale per intimorire e paralizzare ogni altra azione di bene e sviluppo. Con queste poche righe il gruppo “Punto Pace” vuole partecipare al dolore dei congiunti di Fortugno, ai quali va la nostra solidarietà. L’episodio colpisce a fondo l’animo di noi giovani, portatori di speranze, che non ci pieghiamo alle regole del silenzio e della cecità, indignati per quanto accade nella nostra Calabria. Abbiamo deciso di stringerci attorno agli abitanti della locride per cercare nelle radici della nostra terra la linfa della speranza organizzando vari incontri per discutere, riflettere e pensare a cosa fare per debellare il problema. Nell’attesa, come granelli di sabbia, continuiamo a gridare il nostro messaggio d’amore e cogliamo l’occasione per porgerle i nostri più affettuosi saluti.
(Maria Angelina Matellicani)
Questo sarà l’anno della missione, che secondo me vuol dire soprattutto solidarietà e carità verso le persone che sono meno fortunate di noi. Il Vangelo ci indica senza ombra di dubbio la strada della solidarietà. Ognuno di noi sa cosa significa questo nella propria vita, conosce le situazioni più vicine a sé e alla propria famiglia in cui essere solidale. Non bisogna essere un economista internazionale per capire che la fame e la mancanza di una possibilità di vita decente genera differenze sociali ed economiche ingiuste in troppi paesi del mondo,da creare altissime tensioni sociali che troppo spesso si trasformano in guerre. La pace di cui oggi godiamo potrebbe non essere più così scontata in futuro se ognuno non si impegnerà in un cammino di solidarietà molto più ampio e profondo di quelli intrapresi fino ad ora. In fondo non ci costa niente essere più disponibili agli altri e meno attaccati alle cose materiali; ci facciamo trasportare dalle mode, dalle pubblicità, dimenticando così i veri valori e gli insegnamenti del vangelo di Gesù . Non a caso Gesù diceva : “Avevo fame e voi mi avete dato da mangiare; Ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato nella vostra casa; ero nudo e mi avete dato i vestiti, ero in prigione e siete venuti a trovarmi; E noi risponderemo Signore quando ti abbiamo visto avere fame, sete, essere pellegrino o nudo e in carcere e non ti abbiamo servito? E Gesù ci dirà che qualunque cosa non abbiamo fatto a uno dei più piccoli non lo abbiamo fatto a Lui. pensiamoci dunque e cerchiamo di riconoscere Gesù in chi ci sta accanto!
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