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Notiziario del gruppo giovani
(c/o G.Mazzillo
Contrada Sarre Tortora – CS)

www.puntopace.net


 

 

Sommario
Perché fede e pace devono andare insieme...
La fede di noi ragazzi
Questionario Sulla fede e sull'attualità del male
Pensando al Natale che verrà…
PRENDI NOTA E NON MANCARE

 

Anno 1, Numero 2

Novembre 2001

 

Perché fede e pace devono andare insieme...
(d. Giovanni M.)

[Particolare della Cappella dell'eremo delle Sarre]

Più che le mie parole credo che vi possono aiutare a cogliere il legame tra la fede e la pace i ricordi della vostra esperienza di preghiera in questa cappellina. In tanti avete detto e continuate a dire che pregando avvertite un senso di grande pace. La cappella del nostro eremo delle Sarre non è più speciale di altri luoghi di preghiera. In verità, ogni luogo può e deve diventare una chiesa dove parlare con Dio e avvertire il dono della sua pace. Tuttavia, forse per la sua semplicità, per il silenzio e per la natura che la circondano aiuta a diventare più sereni e più contenti dentro. Ma non è soltanto questo. La pace di cui qui parlo non è solo la "pace interiore", è anche la pace tra gli uomini e tra i popoli. Stiamo vivendo da settimane il cruccio e la paura di una guerra scatenata da alcuni fanatici che pensano che la fede porta a punire e a distruggere gli altri. Gli altri, i "nostri", per tutta risposta, prima ancora di vedere se era possibile neutralizzarli in qualche altra maniera, hanno pensato che non si poteva fare altro che rispondere uccidendo e distruggendo anche loro. Evidentemente sono al di fuori della logica di Gesù, che non è più quella dell'occhio per occhio, dente per dente, cioè che se qualcuno fa perdere un occhio ad un altro, bisogna cavare un occhio anche a lui. Di questo passo, cavando occhio per occhio, diceva quel maestro di nonviolenza che era Gandhi, presto il mondo diventerà un mondo di ciechi. Credo che qualcosa di simile sia già successo e continua a succedere. Sono in tanti, tantissimi, anche tra i cristiani, che sono diventati se non ciechi, molto, ma molto miopi. Hanno invocato e giustificato la risposta con le bombe e con la distruzione. Ora si sono anche ringalluzziti per la "imminente vittoria", così dicono. Ma se pure così sarà, sarà davvero una vittoria o non è stata già una sconfitta per la nostra fede? Che la fede sia non solo in disfatta, ma in contraddizione totale ed assoluta con chi pratica il terrorismo lo sapevamo, ma essa non è stata forse sconfitta anche per noi cristiani dalle esplosioni delle bombe oggi sull'Afghanistan e ieri su altri paesi? Credo che non possiamo e non dobbiamo rassegnarci all'idea che la pace si protegge e si diffonde con le armi di distruzione, che tra l'altro colpiscono civili, bambini, anziani, malati, interi territori. Fede e pace vanno sempre insieme, ma fede e violenza non vanno d'accordo per nessuno, tanto meno per chi si dice cristiano. Un abbraccio Vs. d. Giovanni Mazzillo.


 

[Cappella dell'eremo delle Sarre]

 

 

 
La fede di noi ragazzi

(sergio)

Se non mi avete riconosciuto sono Sergio

Forse per paura o per semplice vergogna, non ho mai parlato in forma diretta di fede con i miei amici,eppure ogni giorno se ne parla, o meglio si nasconde nei nostri discorsi, basti pensare a quante volte per non essere interrogati a scuola ci rivolgiamo con una preghiera o con un segno di croce, verso qualche santo che ci faccia la “grazia”… Ed è proprio in queste situazioni che si intravede il nostro modo di intendere la fede ancora troppo interessata e pertanto infantile. Anch’io la pensavo così. Tuttavia da quando partecipo ai campiscuola, alla messa domenicale e seguo il corso della cresima ho cambiato totalmente opinione. In molti non credono a Dio perché non si è mai presentato a tutti, oppure si chiedono perché ancora oggi continuano ad esistere guerre e odi razziali quando lui può tutto e potrebbe cancellarli con un semplice schiocco delle dita (ammesso che Dio abbia le mani)!!!. Io invece credo che Dio è sempre presente e ogni giorno lo incontriamo , o nel viso di un medicante o in quello di una persona comune. Ma credo che guerre, odi e ingiustizie siano tutti frutti … amari dell’uomo che non ha ancora imparato ad amare, e che non ha ancora imparato a rispondere senza violenza alla violenza.Io sono convinto che si può fare, anche se è difficile. Bisogna solo esercitarsi e imparare questa nuova via che è la via scelta da Dio. Per questo Dio non è un vendicatore ma è un PADRE.


Pensando al Natale che verrà…
Chiara Caputo

Premessa…
Salve a tutti, per me questa è la prima volta che partecipo al camposcuola. Questa esperienza mi ha dato il modo di conoscere Don Giovanni e tutti gli altri ragazzi. Come avete potuto notare sono una ragazza che ama “lo stare insieme”. Mi conforta il fatto che Dio è sempre tra noi e ci aiuta nei momenti di difficoltà. Spero che come nuova compagna del camposcuola, vi vada bene. Il Natale per me non è soltanto la notte del 24 Dicembre ma il Natale avviene ogni giorno, sia nei momenti tristi che in quelli felici. Io fino ai 9-10 anni aspettavo il Natale solo per i regali e i soldi, come, del resto fanno tutti i ragazzi a questa età, mentre da qualche anno sto riflettendo sul suo vero Significato. Natale può essere lo stare sempre accanto a Dio, seguirlo e lodarlo, ma può essere anche il momento estremo di gioia che ognuno di noi prova nella sua vita solo una volta, o addirittura gli altri sentimenti che proviamo.In tutte le famiglie credo che ci sia un Natale che può essere un Natale gioioso, scherzoso, giocoso, ma soprattutto religioso . Il modo giusto di fare il Natale e avere la fede. Immaginiamoci in un presepe di cui noi siamo i pastori e tutti andiamo a lodare Gesù appena nato nella stalla! Ma è lui la vera meta di tutti noi? Il fatto di stare in commemorazione con lui la prendiamo in gioco o sul serio? Il nostro gruppo sarà sempre unito e fedele se tutti noi saremo dei “pastori nel presepe”. Il Natale sarà dentro i nostri sorrisi.

Prendi nota … e non mancare
PROSSIMO INCONTRO
Domenica 25 Novembre

TEMA proposto Seconda parte de
La fede  e l’ attualità del male


Questionario Sulla fede e sull'attualità del male

La prima domanda sulla fede, presentava l'immagine di un iceberg e invitava a rispondere che cosa si vedesse in quell'immagine e perché la fede potrebbe essere associata ad essa. L'immagine era simile a questa, della quale si vede solo la parte esterna della montagna di ghiaccio, la cui parte maggiore è però sommersa. Molte risposte risentono del fatto che si vedesse solo la parte emersa. Essendo enorme e maestosa, alcuni hanno colto il collegamento della fede nella grandezza, nella forza, nella resistenza, nel fatto che è in movimento, come l’iceberg e rischia, anche se lentamente di sciogliersi, oppure che una volta infranta, non si può più rimettere insieme. Altri, invece, hanno tenuto presente che l'iceberg è come appare in quest'altra immagine di destra. Hanno perciò insistito sul fatto che la fede cerca di intravedere le profondità delle cose, che invece non si vedono con gli occhi.

Fa agire, di conseguenza, tenendo in considerazione gli aspetti non appariscenti della vita, delle cose, delle persone. L'altra domanda sulla fede voleva condurre a riflettere sugli argomenti che portano coloro che hanno fede e quanti dicono di non credere. Le risposte riguardanti la fede hanno insistito molto sulla fede in Dio come conforto e come sostegno nelle difficoltà, oppure come compagnia nei momenti di solitudine o come incoraggiamento a continuare a credere nell'amore, che è sempre un riflesso dell'amore di Dio. In questo senso senza la fede, qualcuno diceva che avrebbe avvertito un enorme vuoto. Gli argomenti immaginati sulla bocca dei "non credenti" risentivano di probabili spezzoni di discorso che anche gli adolescenti fanno tra loro. Nelle risposte al questionario spesso erano la contrapposizione degli argomenti a favore di Dio.

(continuazione QUESTIONARIO)

 Chi non si è sentito aiutato, chi si sente troppo infelice o troppo colpito nella vita (separazioni dei genitori, perdita di persone care, malattie ecc.) ritiene che non c'è alcun Dio.

La delusione si accentua quando si pensa ai problemi del mondo, della fame, della miseria, delle guerre. Supponendo che se c'è un Dio, dovrebbe risolvere tutto, con un colpo di bacchetta magica e restando disincantati, alcuni finiscono con il non credere più. Rimandiamo ogni altra riflessione sull'argomento a quando concluderemo le domande del questionario, che affronta il tema proposto dai giovani sul male e la sua attualità.

Le anticipiamo per poterci pensare in tempo: Secondo te, qual è la forma peggiore del male? Da dove pensi che derivi il male? In che modo l’incontro con Gesù ci guarisce dal male? Racconta qualche esempio. Scrivi una lettera a un(a) tuo(a) amico(a) nella quale lo(a) incoraggi a superare i suoi problemi di smarrimento di fronte all’esperienza del male…….
In conclusione è da segnalare una risposta ancora leggibile sulla fede, anche se era stata cancellata. È particolarmente interessante e dice: “Io credo in Dio perché penso di averlo cercato”. Forse per illustrare meglio il pensiero, basterà accennare a un bel racconto, la cui conclusione è apparsa anche tra le righe di un'altra risposta. Alla fine della vita, un tale aveva potuto rivederla come un cammino, di cui restavano le impronte sulla sabbia. Le impronte erano quattro: i suoi piedi e quelli di Dio. Ma alcune volte apparivano soltanto due. L'uomo, rivolto a Dio aveva chiesto come mai si fosse allontanato proprio nei momenti in cui ne aveva più bisogno, ma Dio aveva risposto che egli non si era affatto allontanato, lo aveva semplicemente preso tra le sue braccia. Le orme erano le sue. La risposta trovata nel nostro questionario era: “Dio è l'unico che ti porta in braccio nei momenti più difficili. l'unico che si è sacrificato per salvarci”. Infatti Dio non usa la sua onnipotenza per distruggere e per appianare tutto, l'ha usata per impegnare tutto il suo amore, fino a farsi come noi e morire per noi. Perché l'ha fatto? Perché ha rispettato la nostra libertà, quella con la quale possiamo dimenticarlo, ma possiamo anche, come ci auguriamo, amarlo sempre e senza misura.