Giovanni Mazzillo <info autore> | home page: www.puntopace.net
In riva al mare al tramonto, chiudo gli occhi e vedo
Riflessioni di Sergio Tranchino
Era da tanto che desideravo stare solo con me
stesso, abbandonato ai miei pensieri … sono in riva al mare, al tramonto!
L’atmosfera, gli infiniti rumori e la dolce voce del mare ti esortano a
chiudere gli occhi. Mille pensieri affiorano nella mia mente, scorci della mia
vita mi passano dinanzi. Ma mi fermo a riflettere sul presente, su quello che
ora mi circonda. E’ difficile non pensarci, lo faccio da quando ho saputo la
notizia, penso a Luigi*. Il suo volto è riflesso nel mare, proprio in quel mare
che lo ha rapito per sempre, quel mare amico che conosceva la sua bontà, la sua
tenerezza i suoi immensi sorrisi… quel mare che l’ha voluto tutto per sé!
Non riesco a dare un perché a tutto ciò, non riesco ad associare al suo nome
qualcosa che non c’è più. Però, la vita continua, corre, sembra non
fermarsi davanti a niente, supera ogni ostacolo e paura… a volte vorrei
immedesimarmi in lei. Vorrei superare tutti i miei piccoli e banali problemi
adolescenziali, piccoli rispetto a tanti altri, ma sicuramente utili per
imparare a crescere. Proprio questi tanti altri problemi hanno invaso la mia
testa, mi tormentano, mi fanno sentire fragile ed impotente. Il mio pensiero è
rivolto a chi soffre davvero, a chi vive veramente in modo disagiato e combatte
ogni giorno tra vita e morte.
Cerco di distaccarmi da quel mondo crudele; è difficile, ma ci provo, penso che
a volte sono davvero egoista. Non mi accorgo di quanto sono fortunato ad avere
una famiglia, ad avere chi mi vuole bene e tutto quello che mi circonda. Ho
capito in questo bel viaggio nel mio ego, che i valori sinceri della vita e le
piccole cose possono renderti davvero felice.
Apro gli occhi. Il sole sta per tuffarsi completamente nel mare, il cielo è
ormai rosso e la notte avanza maestosa.
* Luigi, amico di Sergio, non è tornato più dal mare di Praia, dove una fredda mattina di primavera era andato a fare una gita in barca con un compagno. Temendo, forse, di non poter tornare indietro, a causa della corrente, particolarmente intensa quella mattina, si erano buttati entrambi in acqua, per raggiungere a nuoto la riva non lontana. Forse gli abiti, forse un malore, lo hanno fatto perdere di vista dal compagno, che solo più tardi si è accorto della sua assenza. Episodio triste, che fa riflettere sul senso del vivere e dello scomparire in un mare immenso e tuttavia non tanto grande quanto le domande che sollevano i pensieri accorati e affettuosi di un adolescente. Restiamo tutti come in attesa di un ritorno, mentre le domande si susseguono come le onde del meraviglioso e nondimeno pericoloso mare della nostra Calabria Nord-occidentale (Nota di GM).