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20^ Domenica dell’anno (B) Pane
spezzato, ch’è uno squarcio di cielo, |
Libro dei Proverbi (9,1-6) <<La Sapienza si è costruita la casa, ha intagliato le sue sette colonne. Ha ucciso gli animali, ha preparato il vino e ha imbandito la tavola. Ha mandato le sue ancelle a proclamare sui punti più alti della città: «Chi è inesperto accorra qui!». A chi è privo di senno essa dice: «Venite, mangiate il mio pane, bevete il vino che io ho preparato. Abbandonate la stoltezza e vivrete, andate diritti per la via dell'intelligenza»>>. Vangelo di Giovanni (6,51-58) <<Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno»>>. Il pane
dell’eucaristia non è solo il pane di Gesù, è Gesù stesso. Il suo
non è un dono tra i doni, è il dono della sua vita, il dono che è la
sua vita. Una vita, tuttavia, che ci è data con le sue caratteristiche:
quelle del figlio dell’uomo e del Figlio di Dio. Per questo in quel pane
coesistono il finito e l’Infinito, il nostro umano perire di ogni giorno
e il lento, inesorabile rifiorire della vita immortale. |