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Domenica 2003 (anno B) |
Geremia 23,1 <<«Guai ai pastori che fanno perire e disperdono il gregge del mio pascolo…». Lettera agli Efesini (2,13-18) <<Ora invece, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate i lontani siete diventati i vicini grazie al sangue di Cristo. Egli infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l'inimicizia, annullando, per mezzo della sua carne, la legge fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, distruggendo in se stesso l'inimicizia. Egli è venuto perciò ad annunziare pace a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini. Per mezzo di lui possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito>>. Vangelo di Marco (6,30-34) <<Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po’». Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare. Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città cominciarono ad accorrere là a piedi e li precedettero. Sbarcando, vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. * La locandina è stata curata questa settimana da alcune ragazze presenti al campo scuola delle Sarre dal 12 al 17 luglio. Si possono vedere da qui anche le altre due immagini disegnate e colorate per la locandina dagli altri partecipanti allo stesso campo. Gesù ci vuole insegnare ”che cos’è la vita” attraverso la propria esistenza e con la sua Parola, che apre un varco nell’orizzonte degli uomini. Egli vuole creare un unico popolo cui in segnare l’amore, la fratellanza e l’uguaglianza. A questo scopo utilizza come punto d’incontro degli uomini, abbandonati a se stessi, la croce. La poesia-preghiera potrebbe essere intitolata “la croce della vita”. Colui che ci ha dato la vita si è sacrificato per noi sulla croce. Abbiamo immaginato che quella croce è come l’albero di una nave che ci porta lontano: al di là di noi stessi e dei problemi nei quali spesso ci dibattiamo (Caterina e c.) |