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Educare alla pace (1^parte)
(Riflessioni sulla pace con d.Giovanni Mazzillo)
Nota CEI del 24/06/1998
<>
Educare alla pacedopo
<> Educare alla legalità (1991)
<> Stato sociale ed educazione
alla socialità (1995)
1° Incontro
La pace come grido
come invocazione
come promessa
"LA PACE è una promessa e un’invocazione…PERCHE?
Dall
’Introduzione:«memoria del dolore…La pace nasce nella
Scarto tragico:
Si dice pace e
si fa la guerra
In nome del proprio sogno si contrasta il sogno dell’altro""
Contrastare significa
qualcosa di tragico:
Il sogno dell’altro viene distrutto:
Attraverso diverse fasi:
Comportandosi come se lo fosse
Eliminandolo:
prima dal proprio cuore
poi dai propri progetti di vita
infine dalla stessa sua possibilità d’esistere
I Mezzi con i quali si alimenta questo decadimento:
Si ricorre alla forza
invece del dialogo
Si pratica la competizione
invece della solidarietà
Affiora la contraddizione di fondo
Volere la pace come il bene più prezioso
Fare la guerra per ottenerla
La nota si chiede:
"Ci sarà nella stessa condizione umana qualcosa che impedisce il realizzarsi del sogno? "
Perché mai l’uomo è sconfitto due volte:
Sia nella forma di vittima che in quella di carnefice?
Per rispondere a tale interrogativi
appare urgente un compito:
"Se si vuole che il seme dell’invocazione alla pace diventi frutto, occorre educare alla pace"
E’ un’educazione che avviene
attraverso un metodo
ascoltare,
raccogliere
e condividere
"le contraddizioni e le attese contenute nell’invocazione umana alla
pace"
Pertanto il documento è in due parti:
IN ASCOLTO DEL GRIDO DI PACE CHE NASCE DAI CONFLITTI
CON IL DONO DELLA PACE CHE VIENE DA DIO
Parte Prima: In ascolto del grido di pace
Situazione: veniamo da un secolo che ha conosciuto guerre terribili:
sterminio ed ecatombe nucleareOggi, dopo il crollo del muro ideologico
La guerra "si è come frantumata e disseminata in una miriade di conflitti particolari, così orrendi da suscitare perfino il pudore di nominarli"
L’elenco è tragico, anche se incompleto:
Conflitti locali o etnici o tribali
guerre civili
atti di terrorismo
sfruttamento economico di massa
genocidi e violenze delle "pulizie etniche"
Con aggravanti che lasciano
allibiti:
corpi dilaniati dalla bomba che esplode nel mercato
masse dei disperati costretti a fuggire
da una terra desertificata dallo sfruttamento
E tutto ciò
"ogni giorno sotto i nostri occhi, dentro la quiete apparente delle nostre
città e delle nostre case"
Ma non basta, perché anche nel nostro stesso Paese e nei nostri paesi
C’è la violenza indotta dalla criminalità organizzata
Ci sono le vendette "trasversali"
e gli effetti tragici del mercato di morte della droga
La situazione alla quale assistiamo:
Il conflitto generale e ideologico cede il posto a conflitti di tipo particolare
che interessano il vissuto di gruppi sociali
e di singoli individui
Ci rendiamo conto dell’urgenza
di coniugare "pace e giustizia" (n. 7)
Perché "non sempre l’assenza della guerra è sinonimo di pace. C’è infatti assenza di conflitto anche nelle situazioni di oppressione …."
E…
"La pace apparente è la maschera iniqua di un ordine perverso"
Se "il giogo dell’ingiustizia infatti non è sopportabile a lungo" :
"Anche la giustizia però è per l’umanità un’invocazione e un sogno". Deve "Faticosamente farsi strada fra
la resistenza della malvagità nell’uomo e nella storia
e la debolezza degli strumenti che dovrebbero fronteggiarla (n. 7)
Collegata alla giustizia è l’argomento dei diritti umani:
Essi vanno da:
quelli della persona che è ancora troppo spesso violata (violenza fisica, psichica, morale ecc.)
a quelli dei diritti vitali che impediscono la promozione umana: la salute, la casa, l’istruzione, il lavoro...
Si deve pertanto dire: :
Ritardare
la promozione umana
è dunque ritardare la pace
Inoltre "le nuove frontiere della giustizia, scavalcano il tempo e lo spazio"
Esse
interpellano l’umanità sui diritti delle generazioni future.
Sollevano il problema ecologico, riproponendo "l’immagine dell’uomo
come custode e non dèspota del creato" ,
per ciò che si chiama oggi "uno sviluppo sostenibile"
La situazione alla quale assistiamo:
Il conflitto generale e ideologico
cede il posto a conflitti di tipo particolare
che interessano il vissuto di gruppi sociali
e di singoli individui
Ci rendiamo conto dell’urgenza
di coniugare "pace e giustizia" (n. 7)
Perché "non sempre l’assenza della guerra è sinonimo di pace. C’è infatti assenza di conflitto anche nelle situazioni di oppressione …."
E…
"La pace apparente è la maschera iniqua di un ordine perverso"
Collegata alla pace non è solo la giustizia, ma anche la
solidarietà:
Se "la pace è effetto della giustizia" (Is. 32,17),
Può accadere che una certa giustizia sia solo osservanza della norma dettata da paura
Che cosa manca allora?
Manca l’amore
E a ciò si supplisce:
Imparando la prossimità
e la fratellanza
La prossimità si acquisisce
solo a una condizione:
Vincendo l’indifferenza, che, al pari dell’odio è
generatore di non pace: "nemico, più sottile ma non meno devastante"
Esso nasce dalla perdita delle proprie radici e della propria identità
La fratellanza nasce, da parte sua:
dal "sentirsi uniti in un vincolo comune, entro un cerchio di relazioni definito e carico di interessamento affettuoso"
"che inizia dal rapporto familiare e si allarga sempre più fino ad abbracciare l’umanità intera"…. E ancora con
"Scelte e gesti di pace" (n. 13)
tendendo presente che…
Da
"semi di pace" sono anche nati movimenti di opinione a favore della pace, che si impegnano su diversi fronti …."Essi sono collegati a quattro indirizzi di opinione e di costruzione della pace:
A) Il rifiuto della logica delle armi
B) La non-violenza
C) L
’obiezione di coscienza al servizio militareD) La cooperazione internazionale
A)
Il rifiuto della logica delle armiSe ragioni umanitarie sembrano l
’unica eccezione "quando più nessun’altra ragione umana si rivela capace di fermare lo sterminio e le atrocità contro gli indifesi" ,La corsa agli armamenti è oggi insostenibile ed è causa di impoverimento dei popoli
B)
La non-violenza (o meglio nonviolenza) è stile di vita e scelta di un modo di fronteggiare i conflitti senza ferire, ma cercando di risolvere i conflitti con il dialogoC) L
’obiezione al servizio militare non è viltà né mancanza di responsabilità verso il proprio paese, maÈ "obbedienza a una norma superiore"
È profezia di valori e di atteggiamenti non manipolabili dalle leggi dell’uomo
D)
La cooperazione internazionale"non profit", quali le "banche etiche", il "commercio equo e solidale", ecc…Esperienze del genere
Si tratta di
"uomini senza frontiere che accostano direttamente il dolore e il bisogno, impegnando la vita per amore e non per calcolo"