(Castrovillari 24/01/04)
<<E Dio disse “Facciamo
l’uomo a nostra immagine e somiglianza”>> (Gen 1,26)
“Cristo ci ha liberato perché restassimo liberi” (Gal 5,1)
Premesse
Come intendere il tema?
A) Diritti umani
- La difesa del valore dei diritti umani da parte della Chiesa
- Il valore dell’uomo alla luce della Parola di Dio e delle acquisizioni
dottrinali
Tre parti
B) In un mondo globalizzato:
n
Non contro la globalizzazione
n
Ma in una concezione di essa che sia per tutto l’uomo e tutti gli
uomini e non contro l’uomo
Tre parti
3 parti:
n
Offendere l’uomo significa
offendere il suo creatore, onorarlo è rendere gloria a Dio
n
Un “popolo messianico” che non
opprime ma valorizza la dignità umana
n
Nuove oppressioni e nuovi compiti
di liberazione oggi
n
I^ parte:
Offendere l’uomo significa offendere il suo creatore,
onorarlo è rendere gloria a Dio
n
Dalla Bibbia:
n
«Chi opprime il povero offende il
suo creatore, chi ha pietà del misero lo onora» (Pr 14,31);
n
«Chi deride il povero offende il
suo creatore, chi gioisce della sciagura altrui non resterà impunito» (Pr 17,5);
n
«Ma egli libera il povero con l'afflizione, gli apre l'udito con
la sventura» (Gb 36,15
I salmi, grido degli oppressi:
* Sal 72,4: «Ai miseri del suo popolo renderà giustizia, salverà i figli dei
poveri e abbatterà l'oppressore»
* Sal 72,13: «avrà pietà del debole e
del povero e salverà la vita dei suoi miseri»
* Sal 109,31: «poiché si è messo alla
destra del povero per salvare dai giudici la sua vita»
*
Sal 113,7: «Solleva l'indigente dalla polvere, dall'immondizia rialza il
povero»
* Sal 132,15: «Benedirò tutti i suoi
raccolti, sazierò di pane i suoi poveri»
*
Sal 140,13: «So che il Signore difende la causa dei miseri, il diritto dei
poveri»
* Sal 107,41 «Ma risollevò il povero
dalla miseria e rese le famiglie numerose come greggi»
*
Sal 56,9: «I passi del mio vagare tu li hai contati, le mie lacrime nell'otre
tuo raccogli; non sono forse scritte nel tuo libro?»
Denuncia profetica:
«Perfino sugli
orli delle tue vesti si trova il sangue di poveri innocenti, da te non sorpresi
nell'atto di scassinare, ma presso ogni quercia» (Ger 2,34)
n
"Gloria Dei vivens homo: vita
autem hominis visio Dei"
n
Cioè: La gloria di Dio è l'uomo
vivente: la vita poi dell'uomo è la visione di Dio
(Sant'Ireneo di Lione, Adversus Haereses
IV, 20, 7: SCh 100, t. II, 648).
Attualizzare la Parola
di Dio
Da chi e come sono oggi oppressi gli esseri
umani che sono immagine del Dio vivente?
In sintesi
n
Da chi costruisce non un mondo
“umano” (che pensa, che ama che realizza il mondo secondo il piano di Dio),
n
Ma pensa alle cose e non alle
persone, al profitto e non all’uso “equo” del denaro, a farsi strada
schiacciando gli altri, a imporre la sua supremazia
n
Sicché si consolida “un mondo
colpevole che compra e disprezza”, che rende ingiusti e nemici uomini e popoli
(vedi Korogocho)
II^ parte: Un “popolo
messianico” che non opprime ma valorizza la dignità umana
<<Siamo Chiesa in quanto “popolo di Dio”, popolo messianico dalle
caratteristiche particolari:
Questo popolo messianico ha per capo Cristo “consegnato per i nostri
peccati, risuscitato per la nostra giustificazione” (Rm 4,25), che regna
glorioso in cielo dopo aver ottenuto il nome che è al di sopra di ogni altro
nome. Lo statuto di questo popolo è la dignità e la libertà dei figli
di Dio, nel cuore dei quali, come in un tempio, inabita lo Spirito di Dio.
La sua legge è il nuovo comandamento di amare come ci ha amati Cristo (cf.
Gv 13,34). Il suo fine è il regno di Dio, iniziato sulla terra da Dio
stesso, ma destinato a dilatarsi sempre più, per essere portato a compimento
alla fine dei secoli, quando apparirà il Cristo vita nostra (cf. Col 3,4);
allora “anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della
corruzione per partecipare alla gloriosa libertà dei figli di Dio” (Rm 8,21)»
Un regno dove il più
piccolo è più grande del Battista (Mt 11,11).
Regno di misericordia e di amore.
Regno pertanto diverso da quello annunciato dal Battista, tratteggiato a tinte
fosche come regno del giudizio
E’ il Regno di un Dio
“schierato” al fianco degli oppressi
La pace, in tutta la ricchezza dello
sholom:
realizzazione, felicità e benessere
dell’uomo
collegata al ristabilimento della giustizia.
«Effetto della giustizia sarà la pace» (Is
32,17)
Giacomo: «un frutto di giustizia viene
seminato nella pace per coloro che fanno opera di pace» (Gc 3,18)
«La pace nasce dalla giustizia», «la
giustizia è frutto della pace».
Rimanda a un orizzonte più ampio,
riguardante la presenza di Dio, la sua signoria (il suo regno), la sua
benevolenza verso la storia di Israele e la storia umana.
III^ parte Nuove
oppressioni e nuovi compiti di liberazione oggi
n
La liberazione nasce dall’agire di
Dio e dalla prassi di Gesù:
n
È un gire misericordioso verso i
peccatori e verso gli infelici.
n
che tende continuamente a
ristabilire il diritto e la giustizia.
n
come forza liberante verso
oppressi e diseredati
Lo shalom biblico è
ripreso da Gesù
n
Nell’impegno a “fare la pace”
n
Anche Paolo dirà: «diamoci dunque
alle opere della pace e alla edificazione vicendevole» (Rm 14,19)
n
Ma la pace sarà anche “verità”:
non come chi dice «Pace, pace» mentre non c'è, «perché dal piccolo al grande
commettono frode» (Ger 6, 13‑14).
§
Gesù maestro di
nonviolenza e di forza liberante per noi suoi discepoli
“Beati i figli della luce”
in quanto artefici di pace
e non artefici di guerra
§
Qumran: messianismo
radicale
n
l’ideologia della “guerra santa”
n
L’assoluta purezza
interiore
n
L’esclusione e condanna del
peccatore
Qumran: messianismo
radicale
n
«Attingete forza voi che lo
servite, voi che cercate il Signore…Il Signore si metterà alla ricerca dei pii e
chiamerà per nome i giusti…I credenti ricreerà attraverso la sua potenza»
n
«... il tempo in cui tu hai loro comandato ... non a ... e voi
mentirete sul suo patto ... essi dicono: “fateci fare la Sua guerra ... perché
abbiamo profanato” ... i vostri [nemi]ci devono essere annientati e non devono
sapere che con il fuoco...»
Qumran: Farsi coraggio per
la guerra che giustificherà i suoi artefici: messianismo radicale
n
«Fatevi coraggio per la guerra e ciò dovrà esservi computato a
giustizia…»
Gesù delegittima la guerra in nome di Dio
e insegna la nonviolenza
n
“Beati i facitori di pace” (Mt
5,9)
n
“Avete inteso che fu detto: Occhio
per occhio e dente per dente; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se
uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra; e a chi ti vuol
chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello” (Mt
5,38)
n
non succeda che, cogliendo la
zizzania,con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l'una e l'altro
crescano insieme fino alla mietitura (Mt 13,29)
Gesù, la sera di pasqua
“Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi”
-
Siamo mandati anche noi
-
A testimoniare il valore della
persona:
-
Con l’agire solidale,
-
Con l’impegno per la tutela dei
diritti fondamentali di ogni uomo,
-
Particolarmente dei più
svantaggiati
CCC 2148 La bestemmia si oppone direttamente al secondo comandamento. Consiste
nel proferire contro Dio ... E' blasfemo anche ricorrere al nome di Dio per
mascherare pratiche criminali, ridurre popoli in schiavitù, torturare o mettere
a morte. L'abuso del nome di Dio per commettere un crimine provoca il rigetto
della religione.
Evitare la bestemmia contro l’uomo
L'uso della violenza al servizio della verità
(5.3) “Un altro capitolo doloroso sul quale i figli della Chiesa non possono non
tornare con animo aperto al pentimento è costituito dall'acquiescenza
manifestata, specie in alcuni secoli, a metodi di intolleranza e persino di
violenza nel servizio della verità ". Ci si riferisce alle forme di
evangelizzazione che hanno impiegato strumenti impropri per annunciare la verità
rivelata o non hanno operato un discernimento evangelico adeguato dei valori
culturali dei popoli o non hanno rispettato le coscienze delle persone a cui la
fede veniva presentata, come pure alle forme di violenza esercitate nella
repressione e correzione degli errori”
Chiedendo perdono per il male commesso in
nome di Dio Cf Commissione Teologica Internazionale
La Chiesa e le colpe del passato" -
Impegnandosi per il
decalogo d’Assisi 24 gennaio 2002
n
"1. Ci impegniamo a proclamare la
nostra ferma convinzione che la violenza e il terrorismo si oppongono al vero
spirito religioso e, condannando qualsiasi ricorso alla violenza e alla guerra
in nome di Dio o della religione, ci impegniamo a fare tutto il possibile per
sradicare le cause del terrorismo.
n
2. Ci impegniamo a educare le
persone al rispetto e alla stima reciproci, affinché si possa giungere a una
coesistenza pacifica e solidale fra i membri di etnie, di culture e di religioni
diverse.
n
3. Ci impegniamo a promuovere la
cultura del dialogo, affinché si sviluppino la comprensione e la fiducia
reciproche fra gli individui e fra i popoli, poiché tali sono le condizioni di
una pace autentica.
n
4. Ci impegniamo a difendere il
diritto di ogni persona umana a condurre un'esistenza degna, conforme alla sua
identità culturale, e a fondare liberamente una propria famiglia.(25)
Decalogo d’Assisi
n
5. Ci impegniamo a dialogare con
sincerità e pazienza, non considerando ciò che ci separa come un muro
insormontabile, ma, al contrario, riconoscendo che il confronto con la diversità
degli altri può diventare un'occasione di maggiore comprensione reciproca.
n
6. Ci impegniamo a perdonarci
reciprocamente gli errori e i pregiudizi del passato e del presente, e a
sostenerci nello sforzo comune per vincere l'egoismo e l'abuso, l'odio e la
violenza, e per imparare dal passato che la pace senza la giustizia non è una
pace vera.
n
7. Ci impegniamo a stare accanto a
quanti soffrono per la miseria e l'abbandono, facendoci voce di quanti non hanno
voce e operando concretamente per superare simili situazioni, convinti che
nessuno possa essere felice da solo.
n
8. Ci impegniamo a fare nostro il
grido di quanti non si rassegnano alla violenza e al male, e desideriamo
contribuire con tutte le nostre forze a dare all'umanità del nostro tempo una
reale speranza di giustizia e di pace.
n
9. Ci impegniamo a incoraggiare
qualsiasi iniziativa che promuova l'amicizia fra i popoli, convinti che, se
manca un'intesa solida fra i popoli, il progresso tecnologico espone il mondo a
crescenti rischi di distruzione e di morte.
n
10. Ci impegniamo a chiedere ai
responsabili delle nazioni di compiere tutti gli sforzi possibili affinché, a
livello nazionale e a livello internazionale, sia edificato e consolidato un
mondo di solidarietà e di pace fondato sulla giustizia.
[Testo ripreso da Internet,
www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/letters/2002/documents/hf_jp-ii_let_20020304_capi-stato_it.html]