Alfonso Canale, responsabile Regionale della Caritas sull'obiezione di coscienza e sul servizio civile

 

DALL’OBIEZIONE DI COSCIENZA AL SERVIZIO CIVILE

LEGGE E PROGETTO SERVIZIO CIVILE

 

Crotone, 10 marzo 2004

 

 

PREMESSA

06/03/2001
LEGGE 6 MARZO 2001, N. 64 ISTITUZIONE DEL SERVIZIO CIVILE NAZIONALE

Il Parlamento il 6 marzo 2001 ha approvato la legge 64 che ha disposto l’Istituzione del servizio civile nazionale con quale, sospesa la leva obbligatoria, si garantisce la possibilità ai giovani di svolgere comunque un servizio civile su base volontaria. Secondo la legge, “il servizio civile nazionale” è finalizzato a:

1.     concorrere, in alternativa al servizio  militare obbligatorio, alla difesa della patria con mezzi e attività non militari;

2.     favorire la realizzazione dei principi costituzionali di solidarietà sociale;

3.     promuovere la solidarietà e la cooperazione, a livello nazionale e internazionale.con particolare riguardo alla tutela dei diritti sociali, ai servizi alla persona e alla educazione alla pace fra i popoli,

4.     partecipare alla salvaguardia e tutela del patrimonio della Nazione, con particolare riguardo ai settori ambientale, anche sotto l’aspetto dell’agricoltura in zona di montagna, forestale, storico-artistico, culturale e della protezione civile,

5.     contribuire alla formazione civica, sociale, culturale e professionale dei giovani mediante attività svolte anche in enti e amministrazioni operanti all’estero.

 

 

27/11/2001
CIRCOLARE UNSC 21/09/2001 Disposizioni regolanti l’avvio del servizio civile volontario e del servizio civile all’estero ai sensi della legge 6 marzo 2001 n. 64 e della legge 8 luglio 1998 n. 230.

28/11/2001
BANDO DI SELEZIONE PER 396 VOLONTARI

Sono seguiti altri bandi, per l’impiego di volontari sia in Italia che all’estero.

22/03/2002
BANDO PER LA SELEZIONE DI 1095 VOLONTARI  

30/07/2002
3° BANDO DELL’ANNO 2002 PER LA SELEZIONE DI 821 VOLONTARI

30/04/2002
DECRETO LEGISLATIVO 5 APRILE 2002 N.77, DISCIPLINA DEL SERVIZIO CIVILE NAZIONALE

10/10/2002
4° BANDO DELL’ANNO 2002 PER LA SELEZIONE DI 8147 VOLONTARI

18/12/2002
5° BANDO DELL’ANNO 2002 PER LA SELEZIONE DI 2604 VOLONTARI

11/04/2003
1° BANDO DELL’ANNO 2003 PER LA SELEZIONE DI 10.929 VOLONTARI

30/06/2003
2° BANDO DELL’ANNO 2003 PER LA SELEZIONE DI 16.727 VOLONTARI

05/08/2003
BANDO STRAORDINARIO PER LA PRESENTAZIONE DI PROGETTI DI SERVIZIO CIVILE NAZIONALE ALL’ESTERO E PER LA SELEZIONE DI VOLONTARI DA IMPIEGARE NEI PAESI DELL’UNIONE EUROPEA E NEI DIECI PAESI CHE VI ENTRERANNO A FAR PARTE NEL 2004, DA AVVIARSI NEL CORSO DEL SEMESTRE DI PRESIDENZA ITALIANA DELL’UNIONE MEDESIMA.

03/11/2003
3° BANDO DELL’ANNO 2003 PER LA SELEZIONE DI 18.845 VOLONTARI

10/11/2003
CIRCOLARE 10 NOVEMBRE 2003, N. 53529/I.1 - NORME SULL’ACCREDITAMENTO DEGLI ENTI DI SERVIZIO CIVILE NAZIONALE

15/12/2003
BANDO PER LA SELEZIONE DI 6.084 VOLONTARI

 

Quale è stata la risposta dei giovani italiani? E’ stata positiva soprattutto al Sud (dati Ufficio Nazionale per il Servizi civile). Il vecchio servizio civile degli obiettori è dunque destinato ad appendere le scarpe al chiodo? Non proprio. Le affinità tra i due tipi di servizio non sono poche, e proprio con la nuova legge si potrà finalmente concretizzare il progetto di un “corpo civile di pace” di cui da anni si parla. Solo così, si potrà scongiurare il pericolo che i valori che hanno ispirato l’obiezione di coscienza in Italia non vadano persi. Un’altra possibilità alla pace.

 

Le opportunità della 64/2001

            La legge prevede l’emanazione dei decreti legislativi per disciplinare tutta la materia. In attesa di tali decreti la legge stessa ha previsto un periodo transitorio, durante il quale possono svolgere 12 mesi di servizio civile, su base volontaria, le donne (di età compresa tra i 18 anni e i 26) e i maschi inabili al servizio militare.   

La legge presenta differenze sostanziali rispetto alle due precedenti (772/72 – 230/98)

Una legge che soddisfa alcune aspettative, ma presenta carenze di metodo e di merito.

Non si può dire certo della 772/72 (io c’ero)  oppure della 230/98 (io c’ero).

Una significativa risposta a molte attese della società civile, che avvalora un’esperienza che in questi anni ha visto molti giovani compiere scelte significative di pace e di solidarietà e ha fornito alla società italiana un valore aggiunto per molti servizi sul territorio.

Occorre con atteggiamento responsabile e propositivo valorizzare le opportunità offerte dall’istituzione del SCN, avere chiari i rischi e le difficoltà, è sostenere con forza il positivo sviluppo

Ø    Servizio civile su base volontaria

Ø    Possibilità uomini e donne

Ø    Formazione obbligatoria

Ø    Sevizio civile all’estero

Ø    Copertura giuridica, assicurativa e previdenziale

Ø    Crediti formativi

 

IL PROGETTO CARITAS

La Caritas italiana è ben lieta di aver creduto nelle motivazioni che hanno ispirato l’obiezione di coscienza, di aver scommesso sugli obiettori e su questo patrimonio continua ad impegnarsi, pur in diversi contesti rispetto all’inizio, a promuovere iniziative che educhino i giovani al coraggio di scelte forti e consapevoli.

 Il Progetto “Giovani capaci di futuro” nasce, e si radica, nelle tante e molteplici esperienze di servizio all’uomo, si ispira principalmente alla proposta  dell’AVS (Anno di volontariato sociale). Il servizio civile nazionale lo ha inventato la Caritas italiana. 

 

Ma soprattutto alcune inquietudini sono i cardini principali del progetto.

 

Inquietudini

 

1.     La salvaguardia del patrimonio di idee e valori maturati attorno all’obiezione di coscienza come scelta di difesa nonviolenta della patria, lontano dagli orizzonti della vita militare e dalle sue logiche. Non è “indifferente” difendere e servire la pace con le armi o senza le armi.

 

2.     Il protagonismo dei giovani - cercare insieme ai giovani percorsi sempre nuovi. Ma anche riproporre profeticamente pensieri e gesti di pace, di giustizia, di riconciliazione. Credere e annunciare oggi la pace, vuol dire lavorare insieme per costruire percorsi sociali solidali. Contesti di vita in cui tutte le persone sono riconosciute e valorizzate in quanto tali. In questo contesto culturale va collocato il corretto significato del protagonismo, il loro essere veri attori del progetto. Non possono essere più concepiti come destinatari di un prodotto preconfezionato. La proposta ai giovani deve essere di alto profilo, deve essere esigente, perché dobbiamo avere l’ambizione di produrre  cambiamento, bisogna prendere sul serio i giovani d’oggi.

 

3.     La predisposizione di progetti che aiutino a incontrare i giovani e i poveri, sapendo che nell’incontro non solo c’è un “di più” di solidarietà, di condivisione; ma c’è anche un “di più” di metodo educativo, un valore aggiunto. Per incontrare i giovani occorre non tanto scambiare parole quanto piuttosto dimettere la propria visione del mondo per lasciare posto dentro di noi, alla visione del mondo dei giovani. Renderci conto che le loro mete sono più ampie delle nostre, che i loro sentimenti sono sentimenti più profondi  Qualcuno celebra con nostalgia il passato e, dovendo vivere nell’oggi, sbaglia. L’impegno è preparare il nuovo: offrire cammini di vita e di speranza, proporre ai giovani alternative nobili e degne, che passino attraverso l’esperienza del servizio civile.

 

4.     Uno sguardo al territorio e al  mondo aprire nuove strade di condivisone con i paesi che sperimentano la fame e la guerra. Una sfida educativa che chiede attenzione e sapersi mettere in gioco, che interpella tutti: le istituzioni ma anche le nostre coscienze. Nella consapevolezza che la legge suggerisce nuovi strumenti e nuovi spazi per far esprimere la soggettività umana e di fede dei giovani.

 

5.     La formazione perché la capacità di condividere il disagio non si improvvisa ma richiede studio, riflessione, confronto: perché la capacità di ascolto e di dialogo va educata.

La formazione da affrontare con soluzioni nuove, dove la formazione si confronta con le esperienze di vita e il sistema delle relazioni  che caratterizzano il servizio. Il servizio deve diventare un momento di crescita, nell’ottica di una cittadinanza attiva. La condivisione con i poveri, il servizio ai poveri se sostenuto da forte lavoro formativo, fa scoprire nei giovani tanta di quella generosità e disponibilità alla società intera. La formazione è sacrificio, è impegno schietto, è sudore freddo, è arricchimento personale. Una scelta che ti cambia la vita tua e degli altri, sono 12 mesi da vivere (non sopravvivere)  per gli altri. Don Tonino Bello in questo è maestro: “Vivere non è trascinare la vita, non è strappare la vita, non è rosicchiare la vita”. Vivere è abbandonarsi, come un gabbiano all’ebbrezza del vento………

 

Francesca che ha finito il servizio da poco, in una sua testimonianza ha scritto: “Non possiamo scegliere di vivere i momenti che ci piacciono di più, ogni istante è importante perché fa parte della nostra esperienza, ma soprattutto è vita”.