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di ANTONINO SEBASTIANO VALENTI

È pagina particolare, perché questo nostro compagno di scuola è stato il primo tra noi a lasciare questa terra... A lasciare la sua gente, che tanto ha amato; la sua parrocchia, dove ha lavorato con tenacia e senza far chiasso, com'era nel suo stile. Lo ricordiamo mite, dolce e silenzioso e anche della sua morte la maggior parte di noi ha avuto notizia quasi dopo un anno: 11 Agosto 2008. L'11 agosto del 2009 una delegazione di noi compagni va a Scordia per concelebrare con suo fratello Vito e con gli altri presenti la messa ad un anno dalla sua definitiva chiamata....

Clicca qui per vedere la sua foto e leggere il ricordo tracciato da suo fratello Vito Valenti, di cui si danno alcuni riferimenti 
 

 

VITO VALENTI

Parrocchia Chiesa Madre S.Rocco Scordia

095657258

 

 

 

 

 


Di don Vito Valenti, Parroco della Chiesa Madre S.Rocco in Scordia, di cui era parroco don Antonino, riportiamo una preghiera,
riprendendola dal sito antiracket di Scordia  http://scordia.info/associazioni/asaes-antiracket

"NELL’ANNIVERSARIO DELLA MORTE DEL DOTT. NICOLA D’ANTRASSI IMPRENDITORE - ucciso dalla mafia l’11 marzo del 1989, verso le 19, quando usciva dall’azienda, da solo, dopo aver ricevuto una telefonata da qualcuno che lo invitava a prendere un caffè al bar “La Bussola”, all’ingresso del Paese, a meno di un chilometro di distanza.
Appena sceso dalla macchina, in prossimità del bar, di fronte ad un rifornimento di benzina di proprietà di un commerciante di Scordia,  un uomo gli si avvicina alle spalle esplodendo un colpo di pistola e colpendolo alla testa. Dopo tanti anni, non si sa ancora nulla sull’esito del processo relativo a quel delitto.
D’Antrassi figura nel lunghissimo elenco delle vittime di mafia.

Il comune di Scordia gli ha dedicato uno slargo proprio nel luogo dell’eccidio."

Vivere e morire da uomini liberi....

di Don Vito Valenti

Solo la preghiera può andare oltre il silenzio;
anzi la preghiera abita e riempie il silenzio, lo motiva
perché il silenzio fa tacere i nostri rumorosi egoismi, i nostri slogans,
i nostri chiassosi diverbi, i nostri assordanti apparati …
Anche il silenzio attonito di fronte al male, che spesso suscita
fiumi di inutili parole, di sole parole,
anche il silenzio di fronte alla morte
(silenzio che si fa domanda, che interpella,
specialmente di fronte alla morte violenta
che suscita cento e mille perché nel cuore dell’uomo,
nel cuore del credente),
questo silenzio deve esplodere nella preghiera,
si fa supplica, invocazione.
Se siamo riusciti veramente a fare tacere
i nostri pensieri e le nostre agitazioni,
allora abbiamo sentito ancora
la violenza di uno sparo che priva un uomo
della vita; abbiamo anche sentito
un respiro lungo vent’anni
e che ancora ci interpella e ci interroga.
Non può un uomo giusto,
come lo era il Dottor Nicola D’Antrassi
morire ed essere sepolto nel silenzio;
non può un uomo, un marito, un padre, un lavoratore
morire sopraffatto da ciò che umano non è,
sopraffatto dal male,
che rumorosamente ci appare sempre più forte!
Non può sperdersi la vita di Nicola D’Antrassi
solo perché il malaffare sopprime con la violenza
chi vive nella mitezza, nella giustizia, nella carità!
Vivere e persino morire da uomini liberi:
questo deve gridare il nostro silenzio di uomini,
questo deve promuovere il nostro modo di vivere.
Questo è quanto vogliamo gridare col nostro silenzio.
Questo vogliamo gridare anche a Dio con la nostra preghiera,
proprio col coraggio
di sapere/di volere rompere il silenzio con la preghiera.
Per invocare da Dio per i credenti,
dalla buona volontà degli uomini da tutti gli altri;
insieme però nell’impegno di domandare
che da ‘altrove’, ‘oltre’ noi stessi ci sia dato
il dono della pace.
Sono finite le ideologie e ora traballano i potentati economici:
sembra che resti solo il potere del male, la sua forza,
la sua violenza, il suo prodotto di morte.
Liberaci dal male, Signore, T’invochiamo:
liberaci dal male Tu, o Dio, perché da noi, da soli, non possiamo,
non ci riusciamo a liberarci. Liberarci dall’egoismo,
dal gretto pensare a noi stessi.
Dona pace e concordia ai nostri giorni,
donaci la chiarezza di chiamare bene il bene
e male il male, senza compromessi,
donaci la capacità di distinguere il bene dal male
e di scegliere il bene.
Te lo chiediamo per il tuo Figlio crocifisso,
quel Gesù a cui è stata tolta violentemente la vita;
Te lo chiediamo, Signore, per tutti i cristi crocifissi della storia,
te lo chiediamo anche per il nostro fratello e amico Nicola,
giusto e buono, uomo che non si è piegato al male e all’ingiustizia
insegnandoci a vivere liberi.
Ti chiediamo tutto ciò, Signore, con il coraggio dei figli di Dio;
Te lo chiediamo perché vogliamo guardare ‘oltre’ la morte,
vogliamo guardare alla vita, anche alla vita
che nasce dalla morte.
Te lo chiediamo perché sappiamo che Tu ci ami
e che niente disprezzi di ciò che hai creato perché Tu ami la vita.
Dona, Onnipotente Signore della vita, dona alla morte di Nicola D’Antrassi
la forza del seme che, morendo, produce vita e in abbondanza. Amen.

Scordia, 11 marzo 2009