4^ Domenica di Quaresima (C) Dopo i due simboli dell’albero infecondo e del roveto ardente, questa 4^ domenica (del ciclo C) ci presenta due figli nel loro travagliato rapporto con il padre. Entrambi partono da un’immagine sbagliata di lui, un’immagine che, quando è applicata a Dio, come purtroppo succede ancora spesso, produce effetti devastanti. I due figli si rapportano al padre non sulla base dei suoi e dei loro sentimenti, ma sulla base del suo patrimonio. Il figlio minore non vede l’ora d’incamerare la sua parte per sperperarla; il maggiore considera il papà solo come un padrone. Lo dirà espressamente alla fine della parabola, la cui conclusione resta aperta, perché non racconta la sua reazione alla toccante affermazione paterna: «Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo!». Una grande evoluzione è invece evidenziata nel figlio minore, che trasformato dalla dolorosa esperienza della sua volontaria lontananza dal padre, può finalmente apprezzare e gustare tutto il suo amore. Sappiamo che nei due figli si nascondono personaggi storici collettivi. Il primo sembra alludere a Israele e in genere alle persone ben attente a tradizioni e gesti religiosi, ma con un’idea ancora padronale di Dio. Il secondo invece indica i pagani e tutti i peccatori convertiti, che grazie all’esperienza della sovrabbondante misericordia di Dio, sono più inclini a riconoscerlo come padre amorevole.
| |
|
Preghiera
Ho conosciuto anch’io, pur essendo solo figlio, quanti l’hanno percorsa: |
Dal vangelo secondo Luca (15,1-3.11-32) <<In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano: «Costui riceve i peccatori e mangia con loro». Allora egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: "Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta". E il padre divise tra loro le sostanze. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. Allora rientrò in se stesso e disse: "Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni". Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: "Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio". Ma il padre disse ai servi: "Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato". E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. Il servo gli rispose: "E' tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo". Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. Ma lui rispose a suo padre: "Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso". Gli rispose il padre: "Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato">>.
|